Roberto Vecchioni: “Da piccolo volevo fare l’insegnante”. Poi svela: “Se l’Inter la domenica perdeva ero arrabbiato e non interrogavo, gli alunni lo capivano subito”

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Durante un’intervista a Rai Radio 2 nel programma “La versione di Andrea”, condotto da Andrea Delogu, Roberto Vecchioni ha ripercorso le tappe fondamentali della sua carriera, soffermandosi sul legame indissolubile tra la passione per la musica e quella per l’insegnamento.

“Da piccolo leggevo molto e volevo fare l’insegnante. Poi ho scoperto la musica e ho detto: perché non fare entrambe le cose?”, ha raccontato il cantante. Vecchioni ha sottolineato quanto sia orgoglioso di essere chiamato professore, un titolo che porta con sé da oltre cinquant’anni.

Poi ha rivelato un aneddoto divertente: “Avevo fatto pipì a terra e, per non farlo vedere a mia madre, ho nascosto tutto con il cavalluccio di legno, dicendo che era stato il cavallo”. L’infanzia, definita “meravigliosa”, è stata segnata dalla presenza di una madre “di una intelligenza e caparbietà spaventosa” e da un padre “geniale e stralunato”, due pilastri che hanno alimentato la sua curiosità e il suo amore per la lettura.

La carriera in cattedra: rigore e umanità

Vecchioni ha ricordato gli anni da docente al liceo classico, sottolineando come l’insegnamento fosse per lui una scelta di vita e non un semplice lavoro. “All’inizio gli studenti mi vedevano come un divo, ma poi si instaurava un rapporto autentico: mai irraggiungibile, sempre affettuoso ma anche molto duro”, ha spiegato. L’autore ha ribadito di non aver mai bocciato nessuno personalmente, lasciando sempre la decisione al consiglio di classe e opponendosi quando possibile. Un dettaglio curioso riguarda la sua fede calcistica: “Se l’Inter perdeva, ero arrabbiato e non interrogavo, gli alunni lo capivano subito”.

Ricordo, speranza e il valore del dialogo

Nel dialogo con Andrea Delogu, Vecchioni ha riflettuto sul significato di ricordo e memoria, distinguendo tra la memoria come “ricordo a lungo termine” e il ricordo come “momento passivo che ritorna al cuore”. La parola “ricordo”, ha spiegato, deriva da “re-cordis”, ovvero “ritorno al cuore”. Parlando di speranza, il cantautore si è definito “ottimista per principio”, convinto che “il bene dovrà vincere in ogni caso”.

Tra le sue citazioni, anche un omaggio a Guccini e alla forza dei sogni. Alla domanda su chi vorrebbe incontrare a cena, Vecchioni ha citato Catullo, Petrarca, Nietzsche e scherzato su Leopardi, definendolo “noiosissimo”. Infine, ha espresso la sua unica vera fobia: “Ho paura degli ignoranti che vogliono restare tali. Non è vero che si può parlare con tutti”. Un pensiero che riassume la sua visione della cultura come strumento di dialogo, ma anche come sfida quotidiana.

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