Ritorno in classe, si torna nel caos: scontro con le Regioni. Petizioni per chiedere il posticipo. Gli ultimi aggiornamenti

Ci siamo. Lunedì 10 gennaio si tornerà in classe o quasi. Perché in due regioni, Campania e Sicilia, si posticiperà: l’ordinanza del presidente De Luca, venerdì scorso, ha fatto e farà ancora discutere.
Stop alla scuola primaria e media fino al 29 gennaio (ma in alcune realtà il blocco alle attività in presenza è previsto pure per le superiori), mentre il presidente Musumeci ha posticipato l’apertura delle scuole di tre giorni sfruttando una modifica del calendario scolastico (di competenza delle Regioni).
Ritorno in classe, ecco dove non si torna a scuola il 10 gennaio. Il quadro aggiornato
Il governo ribadisce che si torna in classe in presenza e in sicurezza grazie agli ultimi interventi introdotti, l’ultimo in ordine di tempo quello che modifica la quarantena. Per i docenti, in presenza di due o tre casi di positività, si applicano le norme sui contatti stretti ad alto rischio. Ossia per i non vaccinati o per chi non ha completato il ciclo vaccinale, quarantena di 10 giorni, e poi tampone negativo. Per chi è vaccinato da più di 120 giorni, se asintomatico, quarantena di 5 giorni, e poi test. Per i vaccinati o guariti nei 120 giorni e per chi ha fatto il booster, auto-sorveglianza (che termina al quinto giorno) e mascherina Ffp2 per almeno 10 giorni dal contatto.
Le Regioni, in realtà, come detto da Emiliano, possono fare ben poco. Appelli, come quello di Zaia, o semplicemente sfruttare i cavilli delle leggi per mandare gli studenti in Dad.
Solo in caso di zona arancione o rossa, si può intervenire con specifiche ordinanze. Per il resto, invece, il rischio è solo di acuire lo scontro in atto tra le istituzioni, tra chi predica di aprire tutto e chi, invece, chiede cautela.
Il muro contro muro prosegue e continuerà pure nei prossimi giorni.
Il rischio di un aumento dei contagi, comunque, esiste anche se, come ricordato da più parti, i contagi sono risaliti durante le vacanze di fine anno quando i ragazzi hanno avuto più tempo libero e più spazio per la socialità.
La scuola rimane un ambiente sicuro, come ha ribadito il sottosegretario Sasso, ma i presidi non sono convinti: chiedono ingenti aiuti e soprattutto evitare di sconvolgere l’orario scolastico per via della mancanza di personale tra positivi, quarantene e docenti e Ata non vaccinati.
L’insofferenza serpeggia, ma il governo tira dritto. Domani Draghi, Bianchi e Speranza spiegheranno (in modo tardivo a dir la verità) agli italiani le ultime misure. Nelle ultime tre settimane ben tre decreti legge hanno cercato di contenere il dilagare di Omicron (senza dimenticare Delta).
L’impressione è che sarà un lungo mese di gennaio con la curva dei contagi ancora lontano dal suo picco.
Può un docente o un ATA chiedere ad un collega se si è vaccinato?
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Ecco le date di rientro stabilite ad oggi:
Abruzzo: 10 gennaio (per effetto dell’ordinanza regionale)
Basilicata: 10 gennaio (per effetto dell’ordinanza regionale)
Calabria: 10 gennaio (per effetto dell’ordinanza regionale)
Campania: 29 gennaio (per effetto dell’ordinanza regionale)
Emilia Romagna: 7 gennaio
Friuli Venezia Giulia: 7 gennaio
Lazio: 10 gennaio (per effetto dell’ordinanza regionale)
Liguria: 10 gennaio
Lombardia: 7 gennaio
Marche: 7 gennaio
Molise: 10 gennaio
Piemonte: 10 gennaio
Puglia: 10 gennaio
Sardegna: 10 gennaio (per effetto dell’ordinanza regionale)
Sicilia: 12 gennaio (la comunicazione)
Toscana: 7 gennaio
Umbria: 10 gennaio (per effetto dell’ordinanza regionale)
Valle d’Aosta: 10 gennaio
Veneto: 10 gennaio
Provincia Bolzano: 10 gennaio
Provincia Trento: 7 gennaio
Il 10 gennaio tante assenze di docenti e ATA?
C’è un altro problema che potrebbe pesare da lunedì: le numerose assenze di docenti e personale ATA, attualmente in isolamento o sorveglianza attiva.
Numeri ancora non conosciuti, dal momento che il personale fruisce della sospensione delle attività didattiche e potrebbe non aver comunicato ancora l’assenza da lunedì. Ne parlano alcuni Dirigenti Scolastici della Sicilia
I numeri del personale scolastico sospeso per non aver aderito all’obbligo vaccinale
In vigore dallo scorso 15 dicembre, l’obbligo vaccinale per il personale scolastico comincerà a far sentire i propri effetti concreti al rientro dalla pausa natalizia, dal 10 in poi. Potrebbero esserci stati infatti dei ripensamenti rispetto a decisioni iniziali, oppure la malattia/guarigione e di conseguenza il rientro. Le ipotesi al momento possono basarsi solo sui numeri teorici, da lunedì invece scatteranno le chiamate da graduatorie di istituto per le supplenze (problematica della durata del contratto è rimasta irrisolta).