Ritorno in classe, il governo inflessibile: si torna in classe dopo l’Epifania. Le Regioni contestano la ripresa e presentano proposta su quarantena [PDF]

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Si avvicina il rientro in classe, dopo lo stop per le vacanze di fine anno, previsto nelle diverse regioni tra il 7 e il 10 gennaio. Si torna a discutere di didattica a distanza per via dell’alto numero dei contagi.

Il governo tira dritto: si torna in classe dopo l’Epifania

Non sarà posticipato il rientro in presenza a scuola. Secondo quanto si apprende, la linea resta questa e gli studenti dovranno tornare come già previsto in classe tra il 7 e il 10 gennaio.

Nonostante le perplessità e i dubbi espressi da sindacati e presidi, la linea del governo non sembra cambiare. Una linea che non è mai stata messa in discussione.

In queste ore una girandola di incontri a livello governativo serve per cercare una sintesi in vista del Consiglio dei ministri convocato per domani.

L’ipotesi di lavoro del governo emersa anche durante la riunione tra il premier Mario Draghi e i ministri a Palazzo Chigi sulla scuola sarebbe quella di preservare il più possibile le lezioni in presenza, rivedendo il numero di contagi che fa scattare la Dad per tutta la classe.

La soglia per la didattica a distanza potrebbe essere aumentata in particolare per le fasce di età che hanno una copertura vaccinale più elevata.

La priorità, sarebbe stato ribadito, è quella di garantire il più possibile le lezioni in presenza, mettendo in campo tutte le soluzioni adatte a gestire il picco della quarta ondata Covid atteso a gennaio.

Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, nel corso di un incontro con i sindacati di settore, avrebbe ribadito la scuola in presenza e in sicurezza.

La nuova proposta delle Regioni

Le Regioni chiedono nuove norme in tema di quarantena e, dopo le polemiche, vanno verso l’eliminazione della distinzione tra vaccinati e non vaccinati.

Da un caso per la scuola dell’infanzia ai 3 o più casi per la scuole secondarie di primo (per i soggetti di età uguale o superiore ai 12 anni) e secondo grado. Sono le soglie individuate dalle Regioni nel documento messo a punto con le proposte al governo in vista del rientro in classe. Le Regioni ipotizzano sostanzialmente regole diverse a seconda che si tratti degli studenti più piccoli, come alla materna, dove è praticamente impossibile mantenere il distanziamento e il rispetto delle misure di prevenzione, o alle elementari, dove la copertura vaccinale è ancora bassa, e gli over 12.

Secondo questo schema, l’ipotesi farebbe scattare la quarantena per la classe alla scuola dell’infanzia con un solo caso Covid positivo. Alle elementari l’ipotesi sarebbe di mantenere tutti in classe con un solo caso: i contatti resterebbero in aula in auto-sorveglianza con la raccomandazione di astenersi dalla frequentazione di ambienti
differenti dalla scuola, senza testing. La quarantena di sette giorni in tal caso scatterebbe in presenza di due o più casi, con test antigenico o molecolare tra il quinto e il settimo giorno.

Per le scuole secondarie di primo (per i soggetti di età uguale o superiore ai 12 anni) e secondo grado invece la proposta individuerebbe una soglia di 3 o più casi per far scattare sette giorni di quarantena con test antigenico o molecolare tra il quinto e settimo giorno, mentre fino a 2 casi i contatti resterebbero in classe in auto-sorveglianza con la raccomandazione di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti dalla scuola, senza testing.

Secondo la proposta delle Regioni tuttavia, resta ferma la possibilità dell’Asl di adottare ulteriori provvedimenti di sospensione della didattica in presenza nella singola scuola o istituto in base ai casi specifici.

Secondo le Regioni, inoltre, sarebbe utile “evitare la ripresa delle attività di educazione fisica, canto e utilizzo di strumenti a fiato, verificare la correttezza del consumo dei pasti in mensa, promuovere un maggior utilizzo di Ffp2 e avere attenzione a garantire una corretta aerazione delle aule”. 

Sotto questa soglia è prevista l’auto-sorveglianza per tutti e la raccomandazione di indossare la mascherina Ffp2, oltre a quella di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti da quelli familiari.

La raccomandazione “razionale” delle Regioni è quella di prevedere questa misura in vista di una copertura vaccinale alta (70%) con contatti a basso rischio e di tenere conto dell’andamento epidemiologico e in particolare della variante Omicron.

Secondo quanto raccolto, nel corso della riunione della commissione Salute della Conferenza delle Regioni, è emersa la richiesta che siano gli esperti, sulla base delle evidenze scientifiche, a suggerire se aprire o non aprire, indicando le motivazioni. Non solo: il Cts dovrebbe esprimersi sulle linee guida da seguire sulla gestione dei casi Covid e delle quarantene. Le Regioni, pur avendo messo a punto una serie di proposte, ritengono che debba essere il Cts a esprimersi e a chiarire le modalità.

DOCUMENTO [PDF]

Nonostante la posizione di alcuni Presidenti, favorevoli a posticipare il ritorno sui banchi visto il trend dei contagi in salita, il governo non sembra arretrare e intende confermare la prevista data di riapertura in presenza.

Le Regioni avrebbero dato il via libera all’estensione del super green pass sui luoghi di lavoro. Gli enti locali sarebbero a favore anche all’eventuale introduzione di un obbligo vaccinale partendo però dalle categorie più fragili.

Intanto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca ipotizza un mese di lezioni da casa per spingere nel frattempo sulle vaccinazioni dei più piccoli.

Consiglio dei Ministri previsto per mercoledì 5 gennaio

Domani, mercoledì 5 gennaio, il governo torna a riunirsi: sul tavolo l’ipotesi dell’obbligo della certificazione verde rafforzata per tutti i lavoratori. Sembra invece esser stato scartato, almeno per il momento, l’obbligo vaccinale. Anche le regole per la didattica a distanza potrebbero cambiare, in vista del ritorno in classe. Novità nelle prossime ore.

170mila casi nelle ultime 24 ore

Sono 170.844 i nuovi contagi da Covid nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 68.052). È quanto emerge dal bollettino del ministero della Salute. Le vittime sono invece 259, in forte aumento rispetto a ieri, quando erano state 140.

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