Ritorno in classe, lo psicologo Ammaniti: “I bimbi penseranno di essere accompagnati in ospedale e no in una scuola”

“I bambini penseranno di essere stati accompagnati in un ospedale e no in una scuola. Tra il termometro a casa, la mascherina sul viso e l’obbligo a no avvicinare i compagni sembrerà di stare in un clima medico. E ovviamente minaccioso. E genitori devono prepararli, spiegare loro, con leggerezza, che non potranno fare la ricreazione in giardino se lo spazio no sarà abbastanza e tutto il resto. Pasto compreso”. Così Massimo Ammaniti, maestro della Psicoanalisi dell’età evolutiva, in un’intervista al quotidiano ‘Il Messaggero’.
“Fino ad oggi hanno comunicato con tutto il viso, naso e bocca compresi – spiega Ammaniti – Ora bisogna insegnare, giocando, a capirsi con gli occhi e con dei gesti delle mani o del corpo. Il gioco aiuta a dimostrare se se contento o arrabbiato con lo sguardo”.
“Ricordate il film di Benigni ‘La vita è bella’? Il padre del piccolo Giosuè, per proteggerlo dagli orrori del campo di sterminio dove erano stati rinchiusi, costruisce un elaborato mondo di vertiginose fantasie. Trasforma ogni ordine in un gioco e rende la situazione al bambino quasi accettabile. – continua Ammaniti – Siamo in un contesto così drammatico ma, per i piccoli, l’inizio della scuola potrebbe diventare un ostacolo difficile da superare. Oltre a imparare a leggere e scrivere”, conclude Ammaniti.