Ritorno in classe, l’Istituto Superiore di sanità ammette: “Maggiori rischi di rialzo di contagi saranno a scuola”

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L’Istituto Superiore di Sanità ha realizzato un documento in cui prefigura tre scenari possibili per i prossimi mesi. L’allerta per il coronavirus sarà almeno fino a marzo 2021 e i maggiori rischi di un ritorno del contagio saranno sulla scuola: “Non è nemmeno noto l’impatto che potranno avere le misure di riorganizzazione scolastica che si stanno mettendo in campo in questi giorni”.

Secondo quanto segnala La Repubblica, le linee guida sono state preparate per minimizzare i rischi posti dalle malattie infettive e per mitigare il loro impatto.

Gli esperti dell’Istituto superiore e del ministero ammettono di non sapere in che condizioni arriveremo a fine estate, e prefigurano tre scenari.

Il primo ipotizza una situazione sostanzialmente invariata (focolai presenti) con un impatto modesto delle scuole sulla trasmissibilità e le sue fonti d’infezione, considerate inevitabili ma tenute sotto controllo.

Il secondo scenario evidenzia una situazione di trasmissibilità “sostenuta e diffusa” con Rt tra 1 e 1,25: non si riesce a tenere traccia, in questo caso, dei nuovi focolai, inclusi quelli scolastici.

Il terzo scenario, invece, ipotizza lo scenario peggiore: “Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario e valori regionali sistematicamente compresi tra 1,25 e 1,5”.

“Non è nota la reale trasmissibilità di SarsCov-2 nelle scuole, anche se iniziano ad essere disponibili evidenze scientifiche di epidemia in ambienti educativi”, scrive l’ISS che poi aggiunge: “Non è noto quanto i bambini, prevalentemente asintomatici, trasmettano il virus rispetto agli adulti”. Tutto questo, “rende molto incerto il ruolo della trasmissione nelle scuole”.

Nel documento si individuano gli interventi necessari a contenere nuove situazioni di emergenza con la necessità di favorire il coordinamento con le Regioni in modo da poter prendere ogni tipo di misura idonea. Occorrerà un piano operativo aggiornato costantemente sulla scuola e sulle residenze per anziani.

L’ipotesi di una seconda ondata in autunno è certamente possibile. Quanto sta accadendo in altri Paesi dimostra che nulla può essere escluso e il ritorno alla didattica in presenza costringe gli esperti ad attrezzarsi anche per lo scenario, purtroppo, peggiore.

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