Ritorno in classe, l’ISS: “Poco chiaro l’impatto degli studenti sull’epidemia, scuole relativamente sicure”

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Il governo è al lavoro per il ritorno in classe previsto per il 7 gennaio. Rimane, così come segnala il Corriere della Sera, un’incognita sanitaria sulla riapertura delle scuole.

Giovedì 31 dicembre l’Istituto superiore di sanità ha pubblicato il primo report approfondito sulla situazione dei contagi nella fascia 3-19 anni per dare una base scientifica alla riapertura delle scuole.

Le conclusioni, nel paper di 40 pagine, non sono per nulla definitive.

Allo stato attuale delle conoscenze, le scuole sembrano ambienti relativamente sicuri anche a causa della mancanza di dati: “L’impatto della chiusura e della riapertura delle scuole sulle dinamiche epidemiche rimane ancora poco chiaro”.

Per gli scienziati la decisione di riaprire il 7 gennaio resta politica, perché “le scuole non sembrano provocare un aumento di contagi significativo al loro interno ma possono a seconda del contesto esterno e della situazione epidemiologica contribuire a rallentare o accelerare la diffusione del virus”.

I dati sui contagi riconducibili all’area scolastica

Tra il 24 agosto e il 27 dicembre, i casi in tutto il paese sono stati 2 1.783.418, di questi 203.350 (11%) in età scolare (3-18 anni).

La percentuale dei casi in bambini e adolescenti è aumentata dal 21 settembre al 26 ottobre (con un picco del 16% nella settimana dal 12 al 18 ottobre) per poi tornare ai livelli precedenti. Le percentuali di casi in età scolare rispetto al numero dei casi in età non scolare oscillano tra l’8,6% della Valle d’Aosta e il 15,0% di Bolzano.

La maggior parte (40%) si è verificata negli adolescenti di età compresa tra 14 e 18 anni, seguiti dai bambini delle scuole primarie di 6-10 anni (27%), dai ragazzi delle scuole medie di 11-13 anni (23%) e dai bambini delle scuole per l’infanzia di 3-5 anni (10%).

Il picco di incidenza giornaliero nel periodo in esame è stato di circa 43/100.000 abitanti nella fascia di età 3-18 anni chiaramente inferiore a quello riscontrato nelle altre classi di età (>18 anni: 60/100.000 abitanti). In età scolare, si riscontra un aumento dell’incidenza con l’aumentare dell’età, i valori più alti si osservano per i ragazzi di 14-18 anni (57/100.000) e 11-13 anni (53/100.000), seguiti dai bambini di 6-10 anni (37/100.000) e 3-5 anni (24/100.000)

I picchi di incidenza più alti sono stati riscontrati in Valle d’Aosta (circa 200/100.000) nella classe di età 14-18 anni e in Lombardia, Liguria, Bolzano (intorno a 100/100.000) nelle fasce di età 14-18 e 11-13.

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