Ritorno in classe, ingressi scaglionati, test salivari a tappeto, scrutini anticipati: il piano del governo

Il “tutti in classe” previsto dal governo per lunedì 26 aprile sbatte contro le difficoltà logistiche legate ai mezzi pubblici e al tracciamento. Sono quattro gli ostacoli per dire addio definitivamente alla Dad: il trasporto pubblico, il distanziamento in classe, il tracciamento dei contagi e la vaccinazione dei docenti.
A La Repubblica sono svelati ulteriori dettagli del piano del governo per il ritorno in classe per un mese in presenza, con continuità. Ecco i dettagli: ingressi in fasce orarie differenti negli edifici scolastici, test a tappeto per rintracciare la positività, scrutini anticipati dal 1° giugno. Il piano sarà presentato alle Regioni a metà settimana. Nell’ormai famoso “rischio calcolato” del premier Draghi, la scuola rappresenta la scommessa più grande.
Domenica pomeriggio vertice via Zoom tra tutti i ministri interessati: Bianchi (Istruzione), Gelmini (Affari Regionali), Giovannini (Trasporti) e Speranza (Salute). Si pensa, più che ai doppi turni, agli ingressi scaglionati con fasce orarie differenti.
Lo svantaggio, secondo La Repubblica, sarebbe quello di unificare casi assai diversi soprattutto nelle grandi città. I trasporti pubblici sono considerati il vero punto debole e l’esecutivo prova a diluire gli ingressi per non congestionare il traffico. Il tempo stringe e non si può più sbagliare.