Ritorno in classe, Giannelli (ANP): “Il problema è sempre quello che accade fuori dalla scuola”

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“Si può tornare a scuola con le dovute  cautele e precauzioni. Stiamo sentendo di varianti oltre a quella  inglese, piuttosto temibili o ritenute tali dagli esperti, è quindi  evidente che non possiamo minimamente allentare le condizioni di  sicurezza e i requisiti per tornare garantendo ai ragazzi e a tutta lapopolazione la massima sicurezza”.

Così Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi a Sky Tg24.

“Il problema è sempre quello relativo al mondo esterno a quello delle aule scolastiche all’interno delle scuole diciamo che si riesce a far rispettare le regole di sicurezza – ha sottolineato Giannelli –essenzialmente stiamo parlando di distanziamento, mascherine, e di nozione di igiene personale, come lavaggio frequente delle mani e così via. Sembrano cose molto semplici ma è abbastanza complicato riuscire  a farlo rispettare da tutti, sempre. Infatti probabilmente al di fuori delle scuole questo non è sempre accaduto, in particolare sui mezzi  pubblici tanto per dire no si riesce a garantire che no si superi il limite stabilito, 50%, o utilizzo delle mascherine”.

“E analogamente tutti gli assembramenti che ci sono stati nelle scorse settimane, adesso un po’ meno è sempre difficile prevenirli. Credo che tutte queste difficoltà abbiamo contribuito anche alla recrudescenza  dell’epidemia, che hanno indotto diversi presidenti di regione a  rinviare l’ingresso scuola in presenza degli studenti delle superiori”, ha aggiunto Giannelli.

Sulla maturità: “Sicuramente sarà diversa da quella ordinaria, perché le condizioni sono diverse, sarebbe irrealistico pretendere di svolgere un esame di maturità come quando non c’era la pandemia”.

“Credo – ha aggiunto – che rispetto all’anno scorso si possa pensare a un esame più consistente, più solido, con una verifica delle competenze più significativa di quella dell’anno scorso. Al momento è prematuro identificare un format, rischiamo di essere smentiti dai fatti, ma per il momento è ipotizzabile almeno una prova scritta oltre a quella orale. Dipende molto anche dal piano vaccinale: se potessimo contare su una vaccinazione diffusa per quell’epoca sarebbe diverso”.

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