Ritorno in classe, Burioni: “Rischio Covid per i bimbi. Negli Usa più di 4mila in ospedale e 100 morti”
“Siccome ho una bambina di 9 anni che deve tornare in classe”, sulla riapertura della scuola in tempo di Covid-19 “voglio condividere con voi alcuni dati oggettivi”.
Così il virologo Roberto Burioni che sul sito ‘Medical Facts’, da lui fondato, cerca di rispondere a “due domande che tutti si fanno”.
La prima: “I nostri bambini corrono rischi?”. La seconda: “I bambini sono importanti nell’infettare gli
adulti?”.
Al primo quesito, scrive il docente dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, “possiamo ragionevolmente rispondere perché abbiamo dati abbastanza affidabili. Basandoci sull’esperienza statunitense, dove i casi sono tanti e la sorveglianza molto buona, possiamo dire che in grandissima parte i bambini non hanno gravi conseguenze da Covid-19: la loro malattia decorre quasi sempre in maniera clinicamente lievissima. Purtroppo” però, “quando parliamo di oltre 6 milioni di casi totali, quel ‘quasi sempre’ non corrisponde a ‘mai'”.
“Negli Usa – ricorda Burioni – si sono ammalati 476mila bambini, 4.163 sono finiti in ospedale e 101 sono morti. Questi sono i numeri, nudi e crudi: la valutazione può farla autonomamente ognuno di voi. C’è da aggiungere che si è visto che Covid-19 può provocare raramente nei bambini una malattia infiammatoria che insorge qualche settimana dopo la guarigione. Sempre negli Usa sono stati registrati 649 casi confermati che hanno causato 11 morti (inclusi nel 101 menzionati sopra).
Infine, molti mi chiedono le conseguenze a lungo termine di quest’infezione: purtroppo le conseguenze a lungo termine saranno note solo a lungo termine, non essendo possibile fare alcuna previsione”.
Più difficile rispondere invece alla seconda domanda, sul ruolo dei bimbi quali possibili ‘untori’ di contagio da coronavirus Sars-CoV-2.
“Qui la questione è molto più complicata – prosegue Burioni – perché i dati sono ancora contrastanti e contraddittori. Al momento, purtroppo, non è possibile fornire una risposta certa a questa domanda. Personalmente ritengo che sarebbe molto utile osservare con attenzione cosa sta accadendo in altri Stati che hanno già riaperto le scuole e che dispongono di un’ottima organizzazione sanitaria. Un esempio? La Germania”.
In conclusione il virologo vuole “ricordare a tutti un importante elemento di valutazione: se da una parte c’è il rischio del Covid-19 e della sua diffusione, la non riapertura delle scuole non è comunque priva di rischi, privando i bambini della socialità e dell’istruzione. Il bilanciare questi rischi in una maniera complessivamente vantaggiosa per la società, come ho già detto – ripete – è compito della politica e non della scienza”.