Ritorno a scuola, servono circa 360 milioni per i purificatori d’aria in tutte le classi

La crisi di Governo tiene banco e fra i temi legati alla scuola c’è grande attesa per le misure previste per il rientro in classe di settembre, un altro all’insegna del covid. Sulle misure da adottare si parla molto dei sistemi di sanificazione e purificazione dell’aria, che potrebbero anche scongiurare l’utilizzo massiccio delle mascherine.
La questione è però complicata: si attendono infatti le indicazioni definitive per quanto concerne le linee guida, attese dallo scorso marzo. Poco giorni fa Orizzonte Scuola ha reso note le indicazioni tecniche varate da un’equipe composta dal Centro Nazionale Sostanze Chimiche e protezione del Consumatore e dall’Istituto Superiore di Sanità.
I tecnici hanno dato indicazioni alle scuole in merito ai dispositivi di sanificazione, igienizzazione e purificazione dell’aria.
Il documento, però, come specificato da più parti, in realtà è deficitario di indicazioni operative per i dirigenti scolastici in vista della riapertura dell’anno scolastico. Infatti, secondo quanto risulta a Orizzonte Scuola, arriveranno nuove indicazioni, vagliate dal Ministero dell’Istruzione, per le scuole. Le linee guida complete arriveranno nei prossimi giorni.
In attesa dunque di indicazioni certe, possiamo fare una stima per quanto riguarda gli investimenti necessari per dotare le classi italiane di purificatori d’aria.
Prima di tutto bisogna ricordare che già il Governo lo scorso anno scolastico ha investito 150 mila euro in tal senso, ovvero tale cifra è stata indirizzata alle scuole per l’acquisto di tali strumenti.
Partendo dal fatto che nell’anno scolastico 2021/2022, sono state formate 368.656 classi, che accolgono 7.407.312 studenti, di cui 277.840 con disabilità e considerando un buon purificatore d’aria ad un prezzo medio intorno ai 1000 euro, escludendo le scuole che hanno già acquistato dei dispositivi lo scorso anno scolastico con i fondi del decreto sostegni, moltiplicando la cifra indicativa di 1000 euro per le classi italiane, si arriva ad un investimento di circa 350-360 milioni di euro per dotare le scuole di purificatori d’aria.
Parliamo di stime basate su di un prodotto di buona qualità. Ma senza dubbio può fornire l’idea delle risorse che potrebbero essere necessarie per migliorare la sicurezza anti covid il prossimo anno scolastico a scuola. Provando a seguire le indicazioni della Commissaria europea Stella Kyriakides, che ha inviato una lettera ai ministri della salute degli stati membri, in cui fornisce raccomandazioni su come avviare il prossimo anno scolastico in sicurezza.
“È importante – viene riportato testualmente – preparare piani di emergenza prima di settembre, quando le scuole riapriranno e i cittadini torneranno al lavoro. Se la reintroduzione di interventi non farmaceutici (mascherine, distanziamento, ecc.) dovrebbe essere presa in considerazione ove necessario dovrebbe essere evitata la chiusura dei sistemi educativi” investendo “in sistemi di ventilazione efficaci negli ambienti educativi e occupazionali dovrebbe essere una priorità e l’estate offre la possibilità di apportare gli adattamenti necessari”.
Insomma, con un buon sistema di ventilazione e purificazione dell’aria si potrebbe pensare di smettere l’uso delle mascherine in classe o quanto meno ipotizzarne un uso moderato. E per l’inverno si potrebbe anche scongiurare di proseguire con il continuo aprire e chiudere le finestre durante le ore di lezione.
Tuttavia le decisioni saranno assunte dal governo, prossimamente. Nei giorni scorsi il Ministro della Salute Roberto Speranza non si è sbilanciato: “Ci auguriamo di no, ma è una valutazione che potremo fare solo quando avremo più chiaro il quadro epidemiologico. Esprimerci oggi quando mancano ancora due mesi non sarebbe onesto”, dice Speranza a proposito delle mascherine a scuola il prossimo anno.
Quel che è certo è che servono indicazioni chiare. Lo chiedono a gran voce i dirigenti scolastici, come Cristina Costarelli, presidente ANP Lazio e dirigente scolastico del liceo “Newton” di Roma, che attacca: “su questo tema, nelle scuole, non è stato fatto assolutamente nulla. Delle linee guida si attendono da febbraio, ma ancora vige un silenzio assordante. Fino a questo momento ci sono solo delle raccomandazioni che danno indicazioni vaghe”. E aggiunge: “ripartiremo a settembre con aule che arriveranno a superare i 30 alunni, in spazi che non li possono contenere, con un discorso di aerazione del tutto insufficiente e la raccomandazione di aprire le finestre che, ad oggi, è l’unico provvedimento indicato per il ricircolo d’aria”.
Anche il mondo scientifico interviene per dare sostegno alla causa dei presidi e infatti, come sostenuto dal presidente della SIMA, Alessandro Miani, servirebbero“ i sistemi di ventilazione meccanizzata (VMC) dell’aria, già usati con successo nella Regione Marche, (abbinabili sia al monitoraggio della CO2, sia ai dispositivi di sanificazione al triossido di tungsteno), in grado di diluire i contaminanti biologici dell’aria (virus e batteri in primis) grazie all’immissione di aria nuova prefiltrata dall’esterno e sottrazione di aria viziata interna”.
Ma un’ottima soluzione, secondo la SIMA, sarebbero “anche i purificatori d’aria con filtri HEPA ad alte prestazioni o con filtri DFS (purificazione disinfettante) per la rimozione di nanoparticelle, la cosiddetta filtrazione nanometrica di particelle fino a venti volte più piccole del coronavirus, utilizzati in tutti i principali Distretti scolastici USA”.