Ritorno a scuola, i pediatri: “Sì ai tamponi salivari per il monitoraggio del virus”
”I tamponi salivari nelle scuole, specialmente elementari e medie, sarebbero importantissimi per valutare quanto gira il virus: si sta ipotizzando di farli fare ai genitori”.
Così la dottoressa Teresa Rongai, segretaria del Lazio della Federazione Italiana Medici Pediatri, in un’intervista a ‘La Repubblica’.
”Se non si dà un sterzata alla campagna vaccinale della fascia di età 12-16, non si riuscirà a chiudere questo capitolo – aggiunge – E non chiuderlo significa trascinare il problema, in questo caso il virus, chissà per quanto tempo ancora”.
”Su 270mila giovani tra i 12 e i 16 anni siamo ancora a un quarto dei vaccinati, va meglio se la fascia si allarga fino ai 19 anni, in questo caso parliamo del 33 per cento – continua – Purtroppo però siamo ancora lontani da una copertura sufficiente: stamattina (ieri, ndr) sono stata a vaccinare alla Nuvola: pensavo a un afflusso un po’ più cospicuo, invece la gente è fuori Roma per vacanza, rimanda il problema. Ma fare la prima dose a settembre, significa avere il richiamo dopo 21 giorni, e cioè un inizio di scuola non in sicurezza”.
”Togliere le mascherine è un sogno lontano: dovrebbe essere vaccinato almeno il 95 per cento della popolazione – spiega –Il 12,8 per cento degli insegnanti non è vaccinato: si sta provando di tutto, e non so se, viste le resistenze, alla fine la decisione del Cts sarà di renderlo obbligatorio’‘.
”Negli Stati Uniti si stanno conducendo studi clinici e quando la comunità scientifica sarà in grado di dire che è sicuro, allora si vaccinerà anche la fascia di età 6-12 anni – aggiunge – In un primo momento si è trattato di un atto volto a evitare mortalità e terapie intensive. Ma adesso più che mai bisogna vaccinare: il vaccino, che è sicuro e ieri è stato approvato anche dalla Fda americana, protegge anche dalla variante Delta. Che però grazie ad esso è asintomatica. E il covid continua a girare”.