Riscatto laurea: dal tradizionale all’agevolato, la guida completa
Alla domanda su quale sia meglio tra il riscatto laurea ordinario o agevolato, non si può dare una risposta secca propendendo per l’una o l’altra forma.
Il riscatto degli anni spesi per gli studi universitari ai fini pensionistici non è certo una recente novità. Ciò che è nuova invece è la possibilità di sfruttare una via agevolata per riscattare gli anni per la laurea. Tutto stabilito dal decreto n. 4 del 2019, quello meglio conosciuto come “decretone”. In quell’atto prodotto dall’allora governo giallo-verde, oltre a Quota 100 e Reddito di cittadinanza fu introdotto il riscatto di laurea agevolato. Una misura che si affianca al riscatto di laurea ordinario. E nell’approfondire le due vie per riscattare la laurea, emergono pro e contro in entrambi i casi.
Riscatto laurea agevolato, come funziona?
Ogni volta che entra in vigore un nuova misura, un nuovo provvedimento o un nuovo strumento, soprattutto in materia previdenziale, e soprattutto se la nuova misura non sostituisce la precedente, ma va ad affiancarla, emergono studi ed analisi sulla convenienza dell’una rispetto all’altra. E l’istituto del riscatto non è da meno. Alla domanda su quale sia meglio tra il riscatto laurea ordinario o agevolato, non si può dare una risposta secca propendendo per l’una o l’altra forma.
Oggi comunque è ancora possibile riscattare la laurea anche con un sistema agevolato. Una misura nata per agevolare chi doveva riscattare periodi di studio che ricadevano nel sistema contributivo. Infatti il riscatto ordinario per chi si è laureato nel periodo retributivo, cioè prima del 1996, presenta costi molto elevati.
E questa la motivazione principale che ha spinto il primo governo Conte a prevedere questa misura agevolata, adatta a dare la possibilità anche ai laureati in epoca retributiva, di riscattare la laurea a costi agevolati. Un modo per contenere il fenomeno dei lavoratori che per via degli alti costi evitavano di sfruttare il riscatto, lasciando inutilizzati i periodi dedicati alla laurea.
La misura estende anche ai laureati che hanno conseguito il titolo prima del 1996, un’agevolazione in alternativa al calcolo dei versamenti da effettuare nel sistema contributivo ai fini del calcolo della pensione futuro.
Riscatto ordinario e agevolato, le due misure a confronto
Per i lavoratori che chiedono il riscatto dei periodi di laurea col sistema ordinario, l’Inps effettua i calcoli dei contributi da versare tenendo conto dell’anno in cui si presenta la domanda e del livello di retribuzione attuale. I contributi vengono quindi rivalutati in base al periodo storico di riferimento, come se fossero stati versati al momento tenendo conto anche del sistema di calcolo retributivo ai fini pensionistici.
Pertanto, se il calcolo della pensione con il sistema retributivo è più vantaggioso di quello con il sistema contributivo, per giusta regola, il corrispettivo da pagare per riscattare la laurea ricadente nel periodo retributivo è gioco forza più salato.
Con il riscatto laurea agevolato invece, anche se la laurea è stata completata in un periodo antecedente il 1996, si potrà pagare una quota fissa per ogni anno da riscattare. Parliamo, in base alla normativa vigente, di una cifra fissa di 5.260 euro annui. La somma totale da pagare, cioè 5.260 per ogni anno di studio da riscattare, può essere pagata anche in 10 anni ed in 120 rate mensili.
Vantaggi e svantaggi sul calcolo dell’assegno
Ci sono da rispettare determinate condizioni per poter avere accesso all’istituto del riscatto.
Bisogna aver conseguito il diploma di laurea, perché in assenza di questo titolo di studio il riscatto non sarà ammesso. Inoltre occorre essere iscritti presso l’Inps. Dal punto di vista della spesa per il richiedente il riscatto ordinario di 4 anni per la laurea, costa anche 40.000 euro (con una retribuzione all’atto della richiesta di riscatto da 30.000 euro annui). Con il riscatto agevolato invece, si arriva a poco meno di 21.000 euro.
Un punto a sfavore del riscatto agevolato è il metodo di calcolo contributivo della pensione. Infatti col riscatto agevolato i contributi riscattati saranno validi solo per il sistema di calcolo contributivo al momento del pensionamento. In pratica, si versa nel sistema retributivo ma il conteggio verrà fatto in quello contributivo.
Evidente che ogni soggetto avrà da fare i suoi conti per verificare la reale convenienza della prima, rispetto alla seconda via.
Molto importante è analizzare la propria carriera lavorativa, perché tutto varia in funzione degli anni di versamento di contribuzione prima del 1996. Meno sono gli anni versati nel retributivo, meno danni fa il ricalcolo contributivo previsto dal riscatto agevolato in termini di assegno pensionistico. Per brevi carriere antecedenti il 1996, difficilmente il riscatto ordinario riuscirebbe a garantire un assegno talmente più cospicuo da far recuperare all’interessato quanto ha scelto di pagare di più non optando per il riscatto agevolato. Esattamente il contrario invece, può essere detto a chi invece ha molti anni di carriera nel sistema retributivo, magari con versamenti iniziati negli anni 70. In questi caso il taglio di assegno per via del calcolo contributivo della pensione con riscatto laurea agevolato, può essere importante e rendere non conveniente il beneficio del riscatto agevolato.