Risarcite dal MIUR due docenti mandate in pensione d’ufficio: il giudice condanna la discriminazione sessuale della legge

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Il Miur ha dovuto reintegrare una docente mandata in pensione d’ufficio a seguito di provvedimento di urgenza, e risarcire anche un’altra docente per lo stesso motivo con 24 mensilità più interessi e rivalutazione, oltre a pagare le spese legali.

Ne parla firenzepost.

Il loro pensionamento è avvenuto nel 2014 a seguito di una norma secondo cui venivano revocati i “trattenimenti in servizio” per i dipendenti pubblici che volevano lavorare anche oltre l’età della pensione.

Le due insegnanti volevano continuare a lavorare nonostante dovessero andare in pensione , anche per poter integrare la propria contribuzione  non elevata.

La sentenza del Tribunale, a cui si sono rivolte le due docenti, non ha bocciato direttamente la revoca dei trattenimenti, ma è intervenuta invece sulla complessa normativa scaturita dalla riforma Fornero, secondo cui le due docenti erano soggette al pensionamento d’ufficio avendo raggiunto nel 2011 l’età di 61 anni allora richiesta per le donne e più bassa di quella degli uomini. Secondo l’ordinamento europeo, però, questa rappresenta una discriminazione tra i due sessi, che il tribunale ha potuto rimuovere direttamente, disapplicando la normativa nazionale.

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