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Ripetizioni private a studenti: come essere in regola?

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Come essere in regola con il Fisco se si danno ripetizioni private agli studenti: prendiamo in considerazione ritenuta d’acconto e partita Iva.

Per chi offre ripetizioni private agli studenti, qual è il modo per essere in regola con il Fisco? Rispondiamo ad un nostro lettore che ci scrive:

Buongiorno,

offro ripetizioni per lunghi periodi a circa 4 o 5 studenti a settimana per un prezzo di 15 euro l’ora. Il rapporto non è quindi occasionale. Facendomi pagare in anticipo 4 lezioni, l’ammontare arriva a 60 euro a studente. Come devo comportarmi per essere in regola?

Buona giornata.

Come essere in regola con le ripetizioni

Non trattandosi di un lavoro subordinato, l’attività delle ripetizioni privati rientra in quelle che possono essere retribuite con ritenuta d’acconto. Ma in questo caso è necessario non superare il reddito annuo di 5000 euro lordi. Se si supera questo importo è necessario aprire partita IVA.

Sia che l’attività è svolta con regolare cadenza, sia che avvenga sporadicamente, i guadagni vanno dichiarati al Fisco.  Se non si supera il tetto dei 5000 euro, tra l’altro, non è neanche necessario versare i contributi alla Gestione Separata INPS. Se i compensi superano il tetto in questione, invece, si dovranno pagare i contributi obbligatori nella misura del:

  • 25,72% se si svolge solo lavoro autonomo;
  • 24% se si versano anche contributi come lavoratore dipendente.

Ad ogni pagamento che si riceve è necessario rilasciare una ricevuta ricordando che se l’importo che si riceve è superiore a 77,47 euro è necessario apporre anche una marca da bollo da 2 euro.

Questi redditi, in ogni caso, per essere in regola devono essere dichiarati annualmente per l’imposizione fiscale. Se è un docente di ruolo nella scuola pubblica a dare ripetizioni private è prevista una tassazione agevolata fissa al 15%. Questi sono i principali adempimenti necessari per dare ripetizioni private ed essere, al tempo stesso, in regola con il Fisco.

In ogni caso ricordo anche che se l’attività di insegnante privato è la prevalente e si superano i 5000 euro l’anno, la Partita Iva può essere aperta anche con regime forfettario. In questo caso se si rientra nei contribuenti minimi si pagherà il 5% di tasse su un imponibile forfettario (che va dal 67% del totale guadagnato: le tasse al 5%, quindi, si pagheranno solo su 670 euro ogni 1000 euro guadagnati). In altri casi, quando non si rientra nei minimi, la tassazione dovuta sarà al 15%. Se l’attività, quindi, le porta una discreta somma l’anno le conviene aprire una partita IVA per due motivi:

  • l’imponibile è inferiore rispetto alla ritenuta d’acconto (per la quale si versa l’aliquota ordinaria)
  • anche i contributi previdenziali sono calcolati sul coefficiente di redditività e, quindi, una percentuale dei guadagni resta sempre pulita da tasse e contributi.

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