Rinnovo norme contrattuali, Anief non arretra su formazione in orario di servizio, recuperi, indennità stipendi, meno incombenze e burocrazia

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Formazione per il personale in orario di servizio, ma anche maggiore flessibilità nei recuperi del lavoro svolto e indennità stipendiali e una forte riduzione delle incombenze e della burocrazia: sono alcuni dei “cavalli di battaglia” che l’Anief sta portando avanti all’Aran per la definizione della parte normativa del Contratto collettivo nazionale 2019-21.

Il sindacato ha presentato le sue richieste e attende ora risposte da parte dell’Aran, dove tra dieci giorni riprenderanno le trattative: la parte pubblica ha infatti convocato i sindacati rappresentativi nella mattina del prossimo 27 marzo, quando è prevista “la prosecuzione della trattativa per il rinnovo contrattuale del CCNL del personale comparto Istruzione e Ricerca triennio 2019 – 2021”.

Negli ultimi incontri le parti hanno svolto un confronto serrato sulle singole sezioni contrattuali. “Durante quegli incontri – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – la nostra organizzazione sindacale ha spiegato più volte che la contrattazione non può prescindere dall’annoso problema della valorizzazione del personale docente e Ata, per il quale serve un importante incremento delle risorse, sia a livello stipendiale sia prevedendo indennità di vario tipo, ad iniziare da quelle da conferire ai ‘fuori sede’, e forme di carriera oggi inesistenti. Negli incontri svolti sino ad oggi lo abbiamo detto e motivato più volte. Come abbiamo ribadito il diritto alla formazione obbligatoria del personale Ata, che assieme ai precari è stato incredibilmente escluso da tale provvedimento introdotto con la Legge 107/15, ma anche l’esigenza di ridurre la burocrazia in generale e per la richiesta dei permessi. Inoltre, abbiamo chiesto di cancellare l’ingiusta decurtazione per qualsiasi ricovero ospedaliero”.

“All’Aran – ricorda Pacifico – abbiamo anche messo in evidenza il delicato tema dei congedi per le donne vittime di violenza, previsti già dal D.Lgs. 80/2015 e recepiti nel CCNL 2018: abbiamo proposto modifiche e integrazioni tali da far sì che questi congedi siano meglio fruibili per le lavoratrici, prevedendo espressamente più tempo di congedo retribuito per loro indispensabile per ricostruire la propria vita. Le stesse donne vittime di violenza dovrebbero avere anche la possibilità di presentare la domanda di part-time e riconoscendo loro, anche, una specifica precedenza nella mobilità non solo intercompartimentale, ma anche in quella interna territoriale e annuale. Un’altra richiesta del sindacato è quella del congedo biennale per chi assiste un familiare disabile, dell’aspettativa per chi accetta supplenza per svolgere un’altra esperienza professionale: ci pare doveroso nei confronti di chi affronta un momento così delicato del proprio vissuto”.

IL PUNTO SULLE RICHIESTE ANIEF PER VALORIZZARE TUTTE LE CATEGORIE

Per quanto riguarda il personale docente, il sindacato Anief torna a chiedere forme di carriera reali che vadano finalmente ad incidere a livello stipendiale, con la creazione di aree professionali. Oltre che introdurre realmente quelle aree esistenti da decenni per il personale Ata, ma mai attuate. Sempre per gli Ata, Anief ha chiesto e tornerà a chiedere la formazione obbligatoria in orario per tutto il personale

Entrando ancora più nel dettaglio, Anief ha chiesto espressamente la formazione obbligatoria per il personale non docente. È stata richiesta l’attivazione di adeguate modalità di formazione per il personale ATA (a costo zero per lo Stato): nelle 36 ore settimanali bisognerebbe prevedere 4 ore mensili di formazione obbligatorie, come previsto art. 63 e 64 CCNL 2007, dedicate alla formazione e/o aggiornamento professionale, non solo per ciò che riguarda i corsi riservati alla materia della sicurezza e salute dei lavoratori, ma anche su materie specifiche che rientrano del piano di lavoro, come pensioni, ricostruzioni di carriera e tanto altro.

Tale formazione deve essere svolta a distanza da remoto se in “lavoro agile “e/o in presenza se in modalità lavorativa ordinaria. Se tale formazione viene svolta non in orario di lavoro, deve essere riconosciuta, in seno alla contrattazione integrativa, la possibilità di prendere il quantitativo orario come ore di recupero. Inoltre va previsto un fondo dedicato alla formazione del personale ATA. Per la formazione del personale dsga neo immesso in ruolo e per il persole assunto con art. 59 è stato richiesto che venga svolta all’inizio dell’anno scolastico e non a fine anno come avviene tutt’oggi. Per quanto riguarda i permessi orari spettanti al personale ATA, e allo stesso tempo ai permessi spettanti al personale docente, è stato esplicitato il bisogno di eliminare la parte relativa alla autocertificazione, in quanto si ritiene che si tratti di un diritto spettante al personale. Inoltre, è stato chiesto che i periodi di ricovero ospedaliero, day hospital, e i relativi periodi di convalescenza non concorrano alla determinazione del conteggio dei giorni di malattia nel periodo di “comporto”.

È stato quindi chiesto che venga chiarito che al personale DSGA che usufruisca dell’assenza di cui all’art. 42, comma 5 ter del D. Lgs. n. 151/2001, ossia del congedo biennale per prestare assistenza al familiare disabile, il quale prevede espressamente che “durante il periodo di congedo il richiedente ha diritto a percepire un’indennità corrispondente all’ultima retribuzione, con riferimento alle voci fisse e continuative del trattamento…”, spetti la quota variabile dell’indennità di direzione. Purtroppo, ha spiegato Anief all’Aran, risulta che alcuni (ribadendo “alcuni”) dirigenti scolastici non procedono alla liquidazione di tale compenso.

Infine, per quel che concerne il personale educativo (il cui inquadramento è quello dei maestri della scuola primaria) è stato sottolineato il diritto di godere delle stesse prerogative dei docenti, ad esempio per la partecipazione alle riunioni collegiali da cui sono esclusi, se non come uditori e la formazione. Infine, sul personale in servizio all’estero è stato chiesto di riprendere tutto il capo X del precedente Ccnl e in particolare l’articolo 116 che regola la durata del servizio fuori dal territorio nazionale.

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