Rinnovo del contratto, tra 10 giorni terzo round: per Anief bisogna recuperare il 2013 oggi “congelato”, dare più tutele alle donne che subiscono violenza e rivedere lo smart working

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Il rinnovo del contratto della scuola è più complesso di quanto si creda. Ieri si è svolto un nuovo incontro all’Aran e tra dieci giorni è previsto il prossimo.

I lavoratori si attendono aumenti almeno dignitosi e immediati, ma anche delle modifiche normative importanti. Sul primo aspetto, quello economico, Anief chiede di trovare una soluzione veloce, per assegnare nel più breve tempo possibile i 107 euro di aumento e 3 mila media già finanziati con le ultimi leggi di bilancio; inoltre, ribadisce la necessità, anche ai fini della carriera, di recuperare il 2013, che ad oggi risulta come se non fosse mai stati svolto a seguito di uno scellerato accordo con l’amministrazione datato 2011.

“Per recuperare il 2013 serve prima di tutto la volontà di chi governa oggi la scuola e 600 milioni di euro – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – chiediamo un impegno formale da parte del Governo per recuperare queste risorse, anche per mandare un segnale di controtendenza ai lavoratori della scuola pagati tra i meno di tutti nell’Unione europea. I nostri docenti e Ata percepiscono stipendi molto sotto il costo della vita e dare loro appena il 30% dell’indennità di vacanza contrattuale, qualche euro al mese, non può di certo bastare”.

Fra dieci giorni, sempre sul rinnovo del contratto parteciperemo ad un nuovo incontro in Aran, sarà il terzo in poche settimane: “Anche in quella sede – anticipa il leader dell’Anief – chiederemo di chiudere in fretta il Ccnl 2019/21, ma anche di analizzare la parte economica e il salario accessorio delle buste paga dei lavoratori della scuola, dove devono cominciare ad entrare diverse indennità, ad iniziare da quelle di rischio e di sede, oltre che rinnovare le tabelle economiche”.

C’è poi una parte normativa da rivedere pesantemente, ancora di più perché di fatto bloccata da oltre 15 anni, considerando che l’impianto base risale al 2006. Pacifico anticipa che bisognerà “riscrivere le regole sulla rappresentatività, facendo in modo che tutte le organizzazioni sindacali possano finalmente esercitare le loro prerogative. Come va rivista l’applicazione dello smart working del personale amministrativo, aggiornata la parte che regola la parità di genere, oltre che quella sulle violenze, fisiche e psicologiche, che tante donne continuano a subire anche nei luoghi di lavoro. Vanno quindi riviste le preferenze sulla mobilità, a partire sempre dalle donne vittime di violenze, e sul congedo parentale, ma anche le penalizzazioni sulle assenze anche derivanti da malattia certificata”, ha concluso il sindacalista autonomo.

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