Rinnovo contrattuale, Anief vuole subito fare avere 3mila euro di arretrati e 107 euro di aumento già stanziati a un milione e mezzo di docenti e Ata: nuove risorse e norme nel nuovo contratto

“Siamo sempre più convinti che questo rinnovo contrattuale debba portare ad un accordo-ponte, che vada ad aggiornare i salari dando 3mila euro di arretrati, 107 euro di aumenti lordi medi a lavoratore. Con l’impegno del Governo a mettere nella prossima Legge di Bilancio delle risorse aggiuntive, come era stata stabilito con il Patto sulla Scuola” di un anno fa a Palazzo Chigi, così da spianare la strada al “contratto futuro che va dal 2022 al 2024. senza dimenticare l’introduzione di nuovi livelli e profili professionali del personale Ata”.
Lo ha dichiarato oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, a commento del secondo incontro tenuto dai sindacati all’Aran sul rinnovo del Ccnl personale comparto Istruzione e Ricerca 2019-2021.
Durante l’incontro all’Aran, il giovane sindacato ha spiegato perché conviene a tutti chiudere subito la trattativa sul triennio passato con un contratto “ponte”, così da fare avere arretrati e rinnovare le tabelle economiche.
“Vogliamo che gli stipendi siano allineati all’inflazione – ha detto Marcello Pacifico in un’intervista rilasciata all’agenzia Teleborsa – perché non si possono più aspettare 40 mesi per rinnovare un contratto ed avere gli stipendi disallineati all’inflazione o, peggio, avere soltanto il 30% dell’indennità di vacanza contrattuale”.
Anief ha anche annunciato quali sono i punti su cui cambiare la normativa.
“Riteniamo – ha specificato il sindacalista autonomo – che debbano essere riscritte le regole sulla rappresentatività: si parla di democrazia e allora ogni sindacato ha il diritto a poter esercitare le sue prerogative. È poi importante rivedere le norme sul lavoro agile del personale Ata, che deve essere tutelato, senza dimenticare le importanti norme che devono essere aggiornate sulla parità di genere, e quindi sulla violenza che subiscono le donne sui luoghi di lavoro, anche con le preferenze sulla mobilità e sul congedo parentale. Non siamo d’accordo – ha concluso Pacifico – alle punizioni sul salario accessorio per le assenze nella Pubblica Amministrazione, che sono responsabilità di chi deve verificare non di chi le commette”.