Rinnovo contratto scuola, Pacifico (Anief): “Con 136 euro in più al mese non si vive, serve parità di trattamento”

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Con lo sblocco di 6 miliardi di euro, il comparto istruzione e ricerca si appresta a firmare sia il contratto scaduto che quello in corso. Per il personale scolastico, si tradurrà in 735 euro di arretrati per il 2024 e in 142 euro mensili dal 2025, derivanti dal CCNL 2022/2024. Tuttavia, al netto degli 80 euro già percepiti (tra indennità di vacanza contrattuale e anticipo), l’aumento effettivo risulta più contenuto.

Se verrà siglato anche il nuovo accordo per il 2025/2027, si aggiungeranno ulteriori 136 euro mensili, ridotti però da successive detrazioni. Intanto, per il resto del comparto, gli importi variano: 892 euro arretrati e 75 mensili per l’Afam, 792/66 per l’Università, 1.574/110 per gli Enti di Ricerca.

Marcello Pacifico, presidente dell’ANIEF, ha chiesto interventi urgenti su continuità didattica, formazione incentivante e dimensionamento scolastico, con risorse dedicate a trasferte, buoni pasto e primo gradino stipendiale. “Serve anche un adeguamento per DSGA e figure di sistema, oltre al recupero del divario con il personale delle funzioni centrali”, ha precisato. Un altro nodo è la parità di trattamento tra precari e di ruolo, richiesta dall’Unione Europea nella causa C-155/25 contro l’Italia. “Non possiamo ignorare le sentenze né le disparità”, ha aggiunto Pacifico.

Resta irrisolta la questione del 5% delle risorse del vecchio contratto, mai assegnate al personale degli enti di ricerca in assenza del rinnovo dei profili professionali. “È inaccettabile che fondi già stanziati rimangano inutilizzati”, ha denunciato Pacifico, chiedendo allo stesso tempo maggiore trasparenza nella gestione dei finanziamenti. Mentre il governo prova a chiudere la partita contrattuale, le proteste delle organizzazioni sindacali e professionali confermano che la strada per un accordo condiviso è ancora lunga.

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