Rinnovo contratto scuola, il 90% dei docenti chiede un contratto separato e l’87% boccia l’aumento salariale previsto. La Carta Docente? Meglio che sia integrata nello stipendio. SONDAGGIO Gilda-SWG

Un’indagine condotta dalla Gilda degli Insegnanti, in collaborazione con SWG, ha messo in luce le opinioni dei docenti su temi centrali del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.
Il sondaggio, realizzato su un campione rappresentativo di 649 insegnanti, ha esplorato questioni come il salario, il welfare scolastico, la Carta del Docente, il recupero dello scatto stipendiale del 2013 e l’equiparazione dei diritti tra docenti di ruolo e precari. I risultati, raccolti tra il 4 e l’8 aprile 2025, offrono uno spaccato delle priorità e delle aspettative della categoria.
Contratto separato e salario: le richieste principali
Il 90% degli insegnanti intervistati ritiene che la categoria meriti un contratto nazionale separato, distinto da quello degli altri operatori scolastici, per riconoscere le specifiche responsabilità della professione. Sul fronte economico, l’aumento salariale del 6% (circa 140 euro lordi) è giudicato inadeguato dall’87% dei docenti, che lo considerano insufficiente a compensare l’inflazione e la perdita di potere d’acquisto. Inoltre, il 75% si dichiara favorevole a ridurre la durata dei “gradoni” per accelerare il raggiungimento del massimo salariale, mentre il 78% considera prioritario il recupero dello scatto stipendiale del 2013, bloccato per legge.
Carta Docente, welfare e diritti: le altre priorità
La Carta Docente è un altro tema centrale: il 63% degli insegnanti preferirebbe che i 500 euro annui fossero integrati direttamente nello stipendio, per aumentare il reddito reale e le pensioni. Similmente, il 66% è favorevole a far confluire le risorse dell’ex bonus merito e della formazione incentivata nella busta paga di tutti i docenti, eliminando distinzioni. Sul fronte del welfare, il 93% degli intervistati sostiene l’introduzione di buoni pasto e assicurazioni sanitarie per il personale scolastico, ritenendoli strumenti essenziali per garantire dignità alla professione.
Infine, il tema dei diritti tra docenti di ruolo e precari evidenzia una forte richiesta di armonizzazione: il 69% degli insegnanti chiede un’equiparazione, sottolineando che i doveri professionali non cambiano in base al contratto. Tuttavia, il sondaggio rivela divisioni su questioni come il middle management, con il 47% contrario all’introduzione di figure intermedie tra dirigenti e docenti, temendo un’eccessiva aziendalizzazione della scuola.
“Siamo molto soddisfatti dei risultati del sondaggio – dichiara Carlo Castellana, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti – perché confermano che le nostre proposte politiche rispecchiano la voce della Scuola e che i valori che la nostra organizzazione sindacale rappresenta, sono condivisi. Le trattative all’Aran per il prossimo contratto sono ancora in corso – conclude il coordinatore nazionale – il nuovo appuntamento è previsto per il 7 maggio, ci auguriamo che le riflessioni scaturite dall’analisi del sondaggio siano prese in considerazione anche dal tavolo tecnico, per raggiungere un traguardo comune che tuteli la professione docente”.