Rinnovo contratto scuola, il 20 luglio riprende la trattativa sulla parte economica. Pacifico (Anief): “Subito 107 euro lordi al mese e 3mila euro di arretrati”

Il rinnovo del contratto vive un altro momento di stallo. Dopo il sì del ministro dell’Istruzione alla proposta dell’Anief di sottoscrivere prima della fine dell’estate un “contratto ponte” per il periodo 2019/2021, per poi concentrarsi sul nuovo Ccnl 2022/2024, con risorse ulteriori derivanti dalla prossima legge di bilancio e attualizzando anche la parte normativa, la trattativa all’Aran si è bloccata per via del ‘no’ degli altri sindacati rappresentativi.
Intanto, però, l’impoverimento dei docenti e Ata prosegue implacabile.
Le prospettive tendono al nero: “Il record dell’inflazione – ha detto l’ex ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan – è all’8,6%, si pensa che a fine anno superi la media del 10%. Non si è mai registrata negli ultimi 30 anni un’inflazione così e tutti già cominciano a parlare di una crisi che proseguirà anche nei prossimi due o tre anni”.
Il sindacato Anief, cosciente della situazione di emergenza, aveva chiesto di chiudere in fretta il contratto proprio per questo motivo. E alla prima occasione tornerà alla carica. Nel frattempo, il confronto prosegue.
“Dopo il confronto di dopodomani sull’ordinamento professionale del personale universitario, mercoledì 20 luglio – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – si svolgerà un nuovo incontro all’Aran sulla parte generale per il rinnovo contrattuale della Scuola: anche a seguito delle nostre richieste, durante l’incontro si parlerà finalmente di risorse economiche. E noi spiegheremo i motivi per cui occorre portare in busta paga subito i 107 euro lordi già stanziati con le ultime Finanziarie, assieme ai quasi 3 mila euro di arretrati. I numeri parlano chiaro: l’Istat ci continua a dire che l’inflazione è ormai alle stelle. Tanto che una mensilità stipendiale, nell’ultimo semestre è stata letteralmente “bruciata” dalle famiglie per rispondere al caro vita. Intanto, nella scuola, per colpa dello stallo delle trattative sul contratto stiamo assicurando ad oltre un milione e 200 mila lavoratori degli stipendi più bassi del 2008: così non può andare e il 20 luglio torneremo a dirlo all’Aran”.