Aumenti stipendiali, cifre medie: 150 euro per i docenti e 130 per gli ATA. Prosegue la trattativa all’Aran sul rinnovo contratto. VIDEO INTERVISTE ai sindacati

Prosegue la trattativa all’Aran sul rinnovo del contratto scuola 2022-24, un appuntamento importante per circa 1,3 milioni di addetti del settore Istruzione e Ricerca.
Sono state illustrate ai sindacati le risorse economiche disponibili per il rinnovo contrattuale (triennio 2022-2024), suddivise per i diversi settori del comparto.
In particolare, gli aumenti medi mensili previsti sono i seguenti:
- Ata: 130 euro
- Docenti: 150 euro
- Università: 142 euro;
- Enti di ricerca: 211 euro;
- Afam (Alta formazione artistica, musicale e coreutica): 174 euro.
“La ripresa del negoziato rappresenta un passo significativo per garantire un adeguato riconoscimento economico e professionale ai lavoratori del comparto Istruzione e Ricerca”, ha spiegato al termine dell’incontro il presidente Aran, Antonio Naddeo. “Siamo consapevoli dell’importanza di giungere a un accordo soddisfacente che valorizzi il personale e risponda alle esigenze di un settore complesso e articolato”, ha aggiunto.
Le video interviste ai sindacati
Cisl Scuola
A margine della riunione all’Aran, il segretario generale della Cisl Scuola, Ivana Barbacci, ai microfoni di Orizzonte Scuola, ha commentato l’andamento del secondo incontro di trattativa per il rinnovo del contratto 2022-2024. Barbacci ha sottolineato l’importanza di avviare il processo negoziale, pur evidenziando che le risorse economiche attualmente stanziate, derivanti dalle leggi di bilancio 2022, 2023 e 2024, risultano insufficienti per rispondere alle esigenze del comparto istruzione e ricerca.
Secondo quanto comunicato dall’Aran, gli aumenti contrattuali previsti si attestano su una media del 6%, corrispondente a circa 140 euro lordi mensili. Barbacci ha dichiarato che, pur essendo consapevoli delle risorse già definite dalle leggi di bilancio, il sindacato si aspettava interventi più consistenti. La Cisl Scuola ritiene necessario ottimizzare i fondi disponibili, ma al contempo promuovere un’iniziativa politica per ottenere stanziamenti aggiuntivi destinati esclusivamente al settore dell’istruzione, dell’università e della ricerca.
Barbacci, ai nostri microfoni, ha evidenziato che le risorse attualmente previste per il rinnovo contrattuale sono le stesse destinate all’intera pubblica amministrazione, ma il comparto scuola necessita di un intervento mirato, che tenga conto delle specificità e delle criticità del settore.
Il segretario della Cisl Scuola ha ribadito l’urgenza di concludere rapidamente la trattativa per il contratto 2022-2024, considerando che il rinnovo è già scaduto e che sarà necessario avviare presto le negoziazioni per il contratto 2025-2027. Barbacci ha sottolineato l’importanza di procedere in parallelo sia sulla parte economica che su quella normativa, per garantire un contratto completo e organico.
La Cisl Scuola si impegnerà nei prossimi incontri a sostenere la necessità di un intervento strutturale per il settore, portando la questione anche ai tavoli ministeriali con il Ministero dell’Economia e delle Finanze. L’obiettivo è ottenere risorse adeguate per valorizzare il personale scolastico e migliorare le condizioni di lavoro, in un contesto che richiede risposte concrete e tempestive.
Uil Scuola
A margine dell’incontro all’Aran, ai microfoni di Orizzonte Scuola, Paolo Pizzo, rappresentante della segreteria nazionale della Uil Scuola Rua, ha espresso forti perplessità sulle risorse economiche stanziate per il rinnovo contrattuale e ha sollevato questioni legate alla partecipazione alle relazioni sindacali.
L’incontro si è concentrato su due aspetti principali: il quadro economico e le norme relative alle relazioni sindacali, che riguardano non solo il comparto scuola, ma l’intero settore istruzione e ricerca.
Sul piano economico, Pizzo ha sottolineato che i 3 miliardi di euro stanziati per il rinnovo contrattuale, già noti grazie alla legge di bilancio, risultano del tutto insufficienti. Gli aumenti previsti si aggirano intorno ai 136 euro lordi mensili, ma, sottraendo l’indennità di vacanza contrattuale già percepita dai lavoratori, si riduce a circa 56-57 euro lordi mensili. Una cifra che, secondo Pizzo, non tiene conto dell’attuale contesto economico, con un’inflazione che supera il 16%, mentre il contratto copre appena il 6%.
La Uil Scuola ha ribadito la necessità di risorse aggiuntive, proponendo due soluzioni: detassare gli aumenti contrattuali e anticipare le risorse già accantonate per il prossimo triennio contrattuale successivo, quello 2025/27. Questi interventi, secondo Pizzo, sarebbero fondamentali per garantire un rinnovo contrattuale dignitoso per il personale scolastico.
Un altro tema cruciale affrontato durante l’incontro riguarda le relazioni sindacali. Pizzo ha denunciato il vincolo che esclude le organizzazioni sindacali non firmatarie del contratto dalla partecipazione alle informative e ai confronti. La Uil Scuola, che ha già vinto un ricorso su questa questione, ha chiesto che tale vincolo venga eliminato dal testo contrattuale, definendolo un ostacolo alla libertà sindacale.
Secondo Pizzo, il principio per cui un sindacato che non sottoscrive un contratto venga escluso dalle relazioni sindacali rappresenta una forma di “ricatto” inaccettabile. La Uil Scuola ha ribadito che tale questione non riguarda solo la propria organizzazione, ma più in generale la tutela di un diritto fondamentale per tutte le sigle sindacali. Un diritto già riconosciuto dalla sentenza di primo grado che è stato portato all’attenzione dell’Aran e delle altre organizzazioni sindacali, con l’obiettivo di garantire una maggiore equità e trasparenza nelle relazioni sindacali.
Snals
A margine dell’incontro all’Aran, ai microfoni di Orizzonte Scuola, il segretario nazionale dello Snals-Confsal, Elvira Serafini, ha espresso preoccupazione per gli aumenti salariali previsti per il comparto Istruzione e Ricerca. Secondo quanto comunicato dal presidente dell’Aran, gli incrementi si attestano intorno al 6%, una percentuale che, come sottolineato da Serafini, non è sufficiente a coprire l’attuale inflazione, lasciando il personale scolastico in una situazione di svantaggio economico.
Serafini ha ribadito la necessità di individuare risorse aggiuntive per garantire un rinnovo contrattuale più equo. Non solo. Il segretario dello Snals ha proposto di attingere ai fondi già previsti in altre leggi di bilancio ma non ancora utilizzati, sottolineando l’urgenza di un intervento concreto per migliorare le condizioni economiche del personale scolastico. La questione degli aumenti salariali, infatti, rimane centrale, soprattutto in un contesto in cui il costo della vita continua a crescere, rendendo gli attuali stanziamenti insufficienti.
Oltre agli aspetti economici, Serafini ha posto l’accento sull’importanza di intervenire sulla parte normativa del contratto. Migliorare le condizioni di lavoro del personale scolastico è, secondo il segretario dello Snals, una priorità che non può essere trascurata. L’obiettivo è garantire un ambiente lavorativo più adeguato e funzionale, che tenga conto delle esigenze dei lavoratori e favorisca una maggiore qualità dell’insegnamento e dei servizi offerti.
Gilda
A margine del secondo incontro all’Aran, ai microfoni di Orizzonte Scuola, il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Carlo Castellana, ha espresso forti critiche sulle risorse economiche stanziate per il rinnovo contrattuale 2022-2024. Castellana ha sottolineato che gli aumenti previsti, pari a circa 150 euro lordi per i docenti e 135 euro lordi per il personale ATA, sono del tutto insufficienti e non coprono nemmeno la metà dell’inflazione registrata nel triennio. “Noi campiamo col netto – ha dichiarato – e con queste cifre non si riesce a far fronte alle spese quotidiane come bollette, mutui e spesa”.
Castellana ha ribadito la necessità di trovare risorse aggiuntive per garantire un contratto dignitoso, proponendo di recuperare lo scatto del 2013 e di destinare tutte le risorse disponibili direttamente in busta paga. Tra le proposte avanzate, il coordinatore della Gilda ha suggerito di integrare la carta docente nello stipendio, per garantire maggiore certezza economica ai lavoratori, considerando che si tratta di un provvedimento non permanente.
Sul piano normativo, Castellana ha auspicato un articolato contrattuale più semplice e chiaro, che tenga conto dei precedenti contratti e garantisca maggiore certezza del diritto. L’obiettivo è eliminare le attuali opacità che generano contenziosi e complicano la gestione delle scuole.
Un altro tema centrale affrontato da Castellana riguarda la gestione delle risorse destinate alle figure di sistema, come i docenti tutor e orientatori. Secondo il coordinatore della Gilda, queste risorse dovrebbero essere indirizzate verso chi lavora direttamente in classe, come i coordinatori di classe, che rappresentano oltre 300.000 docenti e svolgono un lavoro fondamentale ma sottopagato. “L’obiettivo deve essere premiare la didattica – ha dichiarato – chi va in classe e fa lezione merita di essere valorizzato”.
Anief
A margine dell’incontro all’Aran, il presidente nazionale di Anief, Marcello Pacifico, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Orizzonte Scuola, facendo il punto sulle risorse stanziate per il rinnovo del contratto del comparto istruzione e ricerca. Pacifico ha evidenziato come i 3 miliardi di euro previsti per il rinnovo contrattuale 2019-2021 siano già noti da tempo, così come i 3 miliardi destinati al successivo contratto 2025-2027. Tuttavia, ha sottolineato che gli aumenti salariali previsti risultano insufficienti rispetto al costo dell’inflazione.
Secondo Pacifico, il personale docente e ATA riceverà in media 735 euro di arretrati e un aumento netto di 62 euro per i docenti e 61 euro per il personale ATA, cifre che si sommano agli anticipi contrattuali già percepiti, pari a circa 60-70 euro. Gli importi, però, appaiono lontani dal compensare l’aumento del costo della vita, lasciando insoddisfazione tra i lavoratori del comparto scuola.
Pacifico ha ricordato che, oltre ai fondi già stanziati, esistono altre risorse che potrebbero essere utilizzate per migliorare le condizioni del personale scolastico. Tra queste, ha citato i fondi destinati alla formazione incentivante, agli orientatori e ai tutor, nonché risorse legate alla continuità didattica. L’Anief propone di destinare parte di questi fondi a misure concrete, come l’introduzione di un’indennità di trasferta per i lavoratori fuori sede e l’erogazione di buoni pasto anche per il personale scolastico, una misura già presente in altri settori della pubblica amministrazione.
Un altro tema centrale riguarda la sentenza della Cassazione del 7 marzo, vinta dagli avvocati di Anief, che ha dichiarato illegittima l’abolizione del primo gradino stipendiale per i neoassunti. Pacifico ha sottolineato l’importanza di includere nel contratto la revisione delle tabelle stipendiali, per garantire maggiore equità e riconoscimento economico al personale scolastico.
Un’attenzione particolare è stata riservata al personale ATA, per il quale Anief chiede una maggiore valorizzazione, proseguendo il lavoro già avviato con il precedente contratto. Tra le proposte, figura una maggiore qualificazione degli ex DSGA e un miglioramento complessivo delle condizioni lavorative di tutto il personale amministrativo, tecnico e ausiliario.
Infine, Pacifico ha posto l’accento sul tema del burnout, proponendo misure come il pensionamento anticipato e il riscatto agevolato degli anni di studio universitario. Gli interventi, secondo il presidente di Anief, sarebbero fondamentali per tutelare la salute psicofisica del personale scolastico, spesso sottoposto a carichi di lavoro e stress elevati.
Cosa è previsto per i prossimi rinnovi (contratti 2025-2027/2028-2030)
Come previsto dalla Legge di Bilancio 2025, sono già state stanziate le somme anche per il periodo 2025-2027 e per quello 2028-2030.
Per il triennio 2025-2027, le somme previste sono le seguenti:
- 1.755 milioni di euro per l’anno 2025;
- 3.550 milioni di euro per l’anno 2026;
- 5.550 milioni di euro annui a partire dal 2027.
L’indennità sarà calcolata come una percentuale degli stipendi tabellari:
- 0,6% dal 1° aprile 2025 al 30 giugno 2025;
- 1% a partire dal 1° luglio 2025.
Per il triennio 2028-2030, le somme previste sono le seguenti:
- 1.954 milioni di euro per il 2028;
- 4.027 milioni di euro per il 2029;
- 6.112 milioni di euro annui a partire dal 2030.
L’aumento delle retribuzioni sarà dell’1,8% per ciascuno degli anni del triennio 2025-2027, dell’1,9% nel 2028 e del 2% per ciascuno degli anni del biennio 2029-2030.