Rinnovo contratto mobilità 2025-2028, dopo l’Epifania possibile sblocco della trattativa? Sul tavolo la conferma del vincolo per i neoassunti

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Il rinnovo del CCNI mobilità per il triennio 2025-2028, atteso per fine novembre, è in ritardo. Nonostante la proroga del precedente contratto (2019-2022), le nuove regole tardano ad arrivare, con un ritardo stimato di oltre un mese e mezzo.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, pur avendo sollecitato una rapida definizione, non ha ancora raggiunto un accordo con i sindacati. Tra i punti critici, la conferma del vincolo triennale per i docenti neoassunti, limitando la loro possibilità di trasferimento.

Rimane al centro del dibattito, come più volte scritto, anche la revisione della tabella titoli, elemento cruciale per la valutazione dei punteggi per la mobilità. L’Amministrazione intende modificare i punteggi assegnati ai titoli e al servizio, includendo nuove voci come il ruolo di docente tutor e rivedendo il peso della continuità didattica.

Tuttavia, l’assenza del consenso sindacale blocca l’intero processo di rinnovo. Permangono le deroghe al vincolo triennale, consentendo a determinate categorie di docenti, come genitori di figli minori di 12 anni o con disabilità, di presentare domanda di trasferimento.

L’attesa si concentra ora sulla possibile convocazione dei sindacati da parte del Ministero, prevista per la settimana dopo l’Epifania, per sbloccare la situazione e definire le regole della mobilità per il prossimo triennio.

I nodi da sciogliere

I vincoli per i trasferimenti

Si lavora sulla questione dei vincoli di permanenza sulla sede di assunzione, ma, allo stato attuale, pare che siano confermati.

I docenti di ruolo immessi a partire dall’anno scolastico 2023/24 dovranno rimanere nella stessa scuola e classe di concorso per almeno tre anni, incluso il periodo di prova.

Per i docenti non abilitati assunti da concorso PNRR (indicati negli articoli 13, comma 2 e 18-bis del D.lgs. 59/2017), a questo triennio si aggiunge il tempo necessario per conseguire l’abilitazione.

Il vincolo triennale è previsto anche per chi ottiene il trasferimento con preferenza puntuale, ma con maggiori eccezioni per chi beneficia di precedenze, in particolare per motivi familiari.

Deroghe ai vincoli

La partecipazione alla mobilità è garantita nel CCNL 2029/21 ai genitori con figli minori di 12 anni o che assistono persone con disabilità. Nel corso della trattativa è emersa la proposta di estendere la deroga ai figli fino a 18 anni e ai figli di genitori ultrasessantacinquenni.

Passaggio di ruolo su sostegno senza abilitazione

I sindacati hanno chiesto di eliminare il vincolo dell’abilitazione per ottenere un passaggio di ruolo, ad esempio dalla scuola primaria alle superiori, con la sola specializzazione sul sostegno.

Precedenza anche ai figli che assistono genitore con disabilità. Potrebbe essere introdotta la precedenza nella fase interprovinciale per i figli che assistono il genitore con disabilità. Sarebbe un’assoluta novità, derivante dal soccombere dell’Amministrazione in contenziosi che si trascinano almeno da un decennio (assunzioni previste dalla Legge 107/2015).

Vincolo cinque anni per assunti da GPS sostegno: sindacati chiedono di conteggiare anche anno di supplenza

Al tavolo delle trattative la richiesta dei sindacati per il vincolo su posto di sostegno è quello di considerare l’anno di assunzione con supplenza finalizzata al ruolo per assunti da GPS sostegno ai fini del computo del quinquennio.

Le tabelle di valutazione dei titoli

Il nuovo CCNI dovrebbe introdurre criteri più dettagliati per la valutazione dell’anzianità. I sindacati chiedono di unificare le tabelle di valutazione perché attualmente ci sono differenze tra mobilità volontaria e d’ufficio. Ad esempio, nel trasferimento d’ufficio, il preruolo ha un valore inferiore rispetto al ruolo, mentre nella mobilità volontaria il servizio ha lo stesso valore, indipendentemente dal fatto che sia stato svolto di ruolo o preruolo. Unificando le tabelle, si otterrebbe maggiore uniformità e trasparenza, anche se questo potrebbe causare qualche variazione nelle graduatorie interne delle scuole.

Infine, il contratto dovrebbe prevedere un punteggio aggiuntivo per tutor e orientatori, con sei punti per chi ha completato la formazione e un punteggio variabile, da sei a dieci punti a seconda delle proposte, per chi ha prestato servizio in aree a forte rischio di abbandono scolastico.

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