Rinnovo contratto Funzioni Centrali PA, Cgil e Uil non firmano pre-intesa: “Testo inadeguato, così non ci stiamo”

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La trattativa per il rinnovo del contratto Funzioni Centrali si è conclusa con una rottura tra Governo, Aran e i sindacati CGIL e UIL. Nonostante la firma della pre-intesa da parte di altre sigle sindacali, Fp Cgil e Uil Pa hanno denunciato la “scelta unilaterale” del Governo e dell’Aran di interrompere il confronto, “lasciando sul tavolo margini di miglioramento” per un testo contrattuale ritenuto inadeguato.

“Questa forzatura – hanno dichiarato i segretari generali Serena Sorrentino (Fp Cgil) e Sandro Colombi (Uil Pa) è indice che la parte datoriale giudica inutile il confronto”.

I sindacalisti hanno espresso perplessità sull’accelerazione impressa alla trattativa, nonostante le discussioni sulla Legge di Bilancio e le risorse per il pubblico impiego siano ancora in corso.

CGIL e UIL hanno ribadito la propria contrarietà all’accordo raggiunto e confermato lo sciopero del 29 novembre. Nelle prossime ore proseguiranno le assemblee con i lavoratori per illustrare le ragioni della mobilitazione.

“Chiederemo alle amministrazioni e alle altre sigle sindacali di procedere all’indizione di un referendum – hanno concluso Sorrentino e Colombi – perché la parola deve essere restituita alle lavoratrici e ai lavoratori”.

I due sindacati si rivolgono anche al Governo e al Parlamento, affermando che “ci sono le condizioni per trovare aggiustamenti economici e normativi che consentano di dare giuste risposte” ai dipendenti pubblici.

Poco dopo arriva la risposta del presidente di Aran, Antonio Naddeo: “Nel testo proposto ai sindacati c’è una dichiarazione congiunta in cui si dispone che le parti torneranno a incontrarsi, dopo la definitiva approvazione ed entrata in vigore della legge di bilancio, qualora la stessa sia approvata con modifiche rispetto ai contenuti attualmente noti, ove si renda necessaria una revisione delle disposizioni contrattuali. Sul tema della mancata convocazione per la firma, ricordo ai due segretari che, per la sottoscrizione delle ipotesi di accordo, non indichiamo mai per la firma, ma per la prosecuzione. Forse stanno facendo confusione con la sottoscrizione definitiva di un Ccnl al termine dell’iter di controllo. Ricordo, infine, che questa trattativa è stata avviata il 13 giugno ed è durata più di quattro mesi. L’Aran, su mandato del ministro Zangrillo sta procedendo a firmare il contratto con la maggioranza delle organizzazioni sindacali che rappresentano il 54,6%, come prevede la legge sulla rappresentatività”. 

Il contratto riguarda circa 195mila dipendenti di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici economici.

“La firma odierna è il giusto riconoscimento al lavoro delle nostre persone – commenta il ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo ZangrilloIl contratto prevede un incremento retributivo medio del 6%, pari a 165 euro al mese, per tredici mensilità. Con l’incremento del 4% della tornata 19/21, quello attuale del 6% e quello previsto nella legge di bilancio in discussione del 5,5% per la tornata 2025-2027, diamo continuità ai rinnovi contrattuali del pubblico impiego come non era mai successo e con incrementi mai visti: circa 16% in tre tornate”.

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