Riforme. Scrima: “stanchi di tweet e hashtag, insegnanti non si rivalutano con 60 euro ogni tre anni”

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“Nella Riforma c’è tanta semplificazione e scarsa considerazione per coloro che nella Scuola ci lavorano. Bisogna restituire valore sociale agli insegnanti, evitando di favorire la scuola dell’invidia e della competitività”. Francesco Scrima (Cisl) ad OrizzonteScuola.

“Nella Riforma c’è tanta semplificazione e scarsa considerazione per coloro che nella Scuola ci lavorano. Bisogna restituire valore sociale agli insegnanti, evitando di favorire la scuola dell’invidia e della competitività”. Francesco Scrima (Cisl) ad OrizzonteScuola.

Il segretario richiama all’attenzione del Governo temi centrali che non sembrano sufficientemente approfonditi. “Magari con qualche Tweet o ashtag di meno sarà possibile concentrarsi meglio su provvedimenti importanti, come il rinnovo del contratto di lavoro”.

Cosa c’è di positivo nella Riforma della Scuola?

Bisogna innanzitutto chiarire che non si tratta di Riforma, lo ha detto lo stesso Presidente del Consiglio, aggiungendo che il nostro è un Paese affetto da una sorta di malattia chiamata ‘riformite’. Allo stesso tempo ha dichiarato che l’Italia va rivoltata come un calzino. Vorremmo maggiore chiarezza, ma in ogni caso l’intervento proposto non rientra assolutamente in entrambi i sentieri. Sicuramente c’è da registrare in maniera positiva l’azione politica immediata, che ha messo la scuola al primo posto nell’agenda politica.

D’altronde -anche queste sono parole di Renzi- la scuola rappresenta concretamente il futuro di tutti ed è per questo che non ammettiamo un’azione troppo semplificativa. Se è vero che non esistono soluzioni semplici a problemi complessi, bisogna capire perché nel documento vi sia una tale approssimazione. Ridare centralità alla scuola vuol dire prima di ogni cosa restituire valore sociale a coloro che ci lavorano all’interno.

La prima risposta, invece, è stata bloccare il contratto, gli scatti di merito fino al 2018 e interrompere gli scatti di anzianità. Facciamo dunque attenzione a dire che tutto va modificato. In passato sono state cambiate cose che funzionavano (l’esempio eclatante della scuola elementare). Nel 2006 abbiamo creato noi il logo ‘La Buona Scuola’: speriamo ce lo trattino bene.

Che ne pensa della questione meritocrazia?

Il provvedimento crea una forte contrapposizione ideologica tra anzianità e merito. L’anzianità nella scuola rappresenta un’esperienza professionale in tutti i Paesi europei, mentre soltanto in Italia i docenti non sono valorizzati e mi riferisco soprattutto alla questione retributiva. Vorrei ricordare che non è possibile erogare risorse ai 2/3 degli insegnanti togliendole agli altri. La scuola deve essere fatta di educazione e non di invidia e competitività.

Il governo annuncia di attingere un numero cospicuo di assunzioni dalle graduatorie a esaurimento. Che succederà a tutti gli altri?

Il piano della stabilizzazione dei precari rappresenta un falso. Ci sono più di 35mila persone che non fanno parte delle graduatorie a esaurimento e che hanno il diritto di essere assunti. Per loro c’è bisogno di una soluzione da parte del Governo che non porti allo sgretolamento del personale della scuola.

Si è parlato di rivalutazione degli insegnanti. Come si concilia questo discorso con il blocco dei contratti fino al 2018?

Un insegnante non si sentirà certo rivalutato con 60 euro ogni tre anni nella busta paga. Siamo stanchi di tweet e hashtag, mentre vorremmo che questioni fondamentali come il rinnovo del contratto di lavoro, vengano al più presto affrontate e risolte.

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