Riforma voto in condotta, il parere dei dirigenti: “Sanzioni devono avere sempre natura educativa”. E ancora: “Se dobbiamo arrivare a questo è un forte fallimento”

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L’approvazione definitiva della riforma sul voto in condotta, per cui si apre adesso la fase di attuazione, ha destato reazioni contrastati nel mondo del personale scolastico. Mentre per il ritorno ai giudizi sintetici nella scuola primaria, previsti nella riforma, è sufficiente un’ordinanza ministeriale, l’introduzione delle nuove norme sul voto di condotta richiede una modifica del DPR n. 122/2009, che regola la valutazione degli studenti.

Cosa prevede la riforma riguardo il “voto in condotta”?

  • Non ammissione alla classe successiva e all’esame di Stato per chi riceve un voto di condotta inferiore a sei decimi, anche in caso di gravi e reiterate mancanze disciplinari;
  • Partecipazione obbligatoria a progetti di cittadinanza attiva per studenti con voto di condotta inferiore a sei decimi;
  • Maggiore peso del voto di condotta nella valutazione complessiva, soprattutto in presenza di atti violenti o aggressioni.

Il voto di condotta, essendo riferito all’intero anno scolastico, richiede che le modifiche al regolamento siano approvate con largo anticipo. L’applicazione delle nuove norme entro la fine del 2024 appare poco probabile, rendendo difficile introdurre queste novità per la valutazione intermedia del primo quadrimestre.

Il ritorno ai “giudizi sintetici” alla primaria

Per quanto riguarda i giudizi sintetici alla primaria, il ritorno a questa modalità richiede solo un’ordinanza ministeriale, che dovrebbe essere emanata entro gennaio 2025. Se così fosse, le scuole potrebbero adeguarsi in tempo per la valutazione di febbraio. Altrimenti, il cambiamento potrebbe slittare all’anno scolastico successivo.

Multa fino a 10.000 euro per chi offende personale scolastico

Un punto della riforma riguarda le aggressioni al personale scolastico. In caso di sentenza di condanna per reati connessi a danno di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola, a causa o nell’esercizio del suo ufficio o delle sue funzioni viene predisposta una multa da euro 500 a euro 10.000 a titolo di riparazione pecuniaria in favore dell’istituzione scolastica di appartenenza della persona offesa.

Le reazioni dei dirigenti della provincia di Treviso

Le affermazioni di due dirigenti scolastiche, Mariarita Ventura del Liceo Canova di Treviso e Fanny Mion del Collegio Balbi di Pieve di Soligo – riportate da Qdpnews – evidenziano un approccio educativo e riflessivo alle sanzioni disciplinari scolastiche, che mette al centro lo sviluppo personale e sociale dello studente.

Mariarita Ventura sottolinea come il voto di comportamento rifletta il grado di integrazione dello studente nei valori fondamentali della società, considerando la sanzione non come una punizione, ma come un’opportunità educativa e riparatoria. Ventura apprezza l’introduzione di attività di cittadinanza solidale in caso di allontanamento dalla scuola, considerando importante che lo sviluppo di competenze di cittadinanza contribuisca alla crescita della persona, oltre agli apprendimenti disciplinari.

Fanny Mion, invece, esprime una visione più critica verso l’idea di ricorrere alle sospensioni: “Noi come scuola secondaria di primo grado diciamo che se dobbiamo arrivare a questo è un forte fallimento, perché vuol dire che come istituto siamo costretti, ovvero che abbiamo fatto tutti i passaggi educativi per aiutare il ragazzo o la ragazza a migliorare.” Secondo Mion, è essenziale che la scuola, insieme alla famiglia, offra agli studenti opportunità di riflessione, sia per chi ha commesso l’errore che per l’intero contesto scolastico. Anche per Mion, l’aspetto riabilitativo e riflessivo della sanzione è centrale, puntando a un percorso di crescita e non a una punizione fine a sé stessa.

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