Riforma. Voci vorrebbero varo al 30 luglio, pericolo assunzioni. Ma fonti renziane smentiscono

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Si tratta di una ipotesi rimbalzata da fonti parlamentari fino alle agenzie e infine al televideo Rai, mettendo in allarme alcuni docenti. Si tratta di una voce, che è bene chiarire e approfondire.

Si tratta di una ipotesi rimbalzata da fonti parlamentari fino alle agenzie e infine al televideo Rai, mettendo in allarme alcuni docenti. Si tratta di una voce, che è bene chiarire e approfondire.

La verità è che Renzi si è bene imbottigliato al Senato, dato che, conti alla mano, non ha la maggioranza. Infatti, considerando tutti i Senatori a disposizione avrebbe  un solo voto in più, ma all'interno ha la minoranza DEM che chiede profonde modifiche.

Certo, potrebbe giocare la carta di sostituire i dissidenti con uomini a lui fedeli, ma questi ultimi hanno già fatto sapere che non accetterebbero la decisione.

La discussione in VII Commissione potrebbe richiedere più tempo del previsto, tanto che i deputati DEM che hanno aperto alle richieste del mondo della scuola hanno chiesto di stralciare le assunzioni e di discutere il resto con più calma.

C'è anche chi arriva a ipotizzare che il rallentamento del ddl è ormai inevitabile e che, addirittura, si punta al via libera definitivo entro il 30 luglio. Tanto da far accettare al Premier, la possibilità di un decreto che metta in sicurezza le assunzioni.

E' bene dire che fonti renziane bollano l'ipotesi come assai improbabile, anche se è lecito chiederi quali assunzioni potrebbero essere messe in salvo.

Sicuramente non tutte, probabilmente si potrebbero salvare 50mila assunzioni e lasciare il resto al varo della legge.

Nelle prossime ore cercheremo di ottenere qualche indiscrezione, martedì potrebbe esserci qualcosa di più ufficiale, quando maggioranza e minoranza DEM troveranno (si spera) un accordo sul da farsi. Il clima resta infiucato, anche perché pesanti critiche non vengono soltanto dalla minoranza PD.

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