Riforma scuola. CISL: “proposta merito non trova riscontro in altri paesi”. “Giannini non eluda confronto”
Al Ministro Giannini che oggi ha detto alla stampa di non ritenere i sindacati interlocutori privilegiati, risponde il segretario della CISL scuola, Scrima, che bacchetta il Governo sulla proposta degli scatti stipendiali presente nelle Linee guida.
Al Ministro Giannini che oggi ha detto alla stampa di non ritenere i sindacati interlocutori privilegiati, risponde il segretario della CISL scuola, Scrima, che bacchetta il Governo sulla proposta degli scatti stipendiali presente nelle Linee guida.
Secondo il segretario la Giannini elude il confronto, affermando di non ritenere i sindacati interlocutori privilegiati, dato che "si colloca in un ragionamento sulle modalità di retribuzione del personale, materia tipicamente contrattuale, sulla quale dunque non si inseguono privilegi, ma si chiede solo il rispetto di quanto le norme di legge prevedono." Il riferimento è al sistema degli scatti sitpendiali che vorrebbe premiare soltanto il 66% dei docenti per risparmiare risorse e tagliare gli stipendi. Una "valorizzazione del merito" dice Scrima che stabilisce "un’antinomia fra anzianità e merito che non trova riscontro in altri paesi.
Sulle affermazioni della Giannini, il segretario risponde per le rime: "Non abbiamo mai chiesto in ogni caso, né chiediamo privilegi di sorta: siamo soggetti che agiscono nel sociale promuovendo condivisione e coesione, col senso di responsabilità che appartiene a chi punta a unire, e non a dividere, mettendo il bene comune prima e al di sopra di ogni interesse settoriale. È questo che ci dà titolo, per la rappresentanza che esprimiamo, ad essere attori nei processi di riforma, in una pratica di dialogo sociale che è cosa ben diversa da una semplice “consultazione” o da qualche sbrigativo sondaggio."
E attacca il metodo di "confronto" avanzato dal Governo, che definisce una "caricatura" che rischia "di essere un primato del nostro paese, di cui non ci sarebbe proprio da andare fieri".
Sindacati non sono più interlocutori privilegiati