Riforma reclutamento docenti, la prossima settimana sarà decisiva. I partiti all’assalto per i cambiamenti

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La prossima settimana sarà decisiva per la riforma del reclutamento docenti, il decreto 36 con all’interno anche le misure per la scuola.

I partiti politici, dopo lo stop all’attività parlamentare per via della campagna elettorale per amministrative e referendum, ricominceranno dal 14 giugno ad occuparsi dell’esame del provvedimento.

Attualmente il decreto è all’esame delle Commissioni Affari Istituzionali e Istruzione del Senato. Saranno i senatori di Palazzo Madama, dunque, a decidere sulle eventuali modifiche (testo atteso in aula a Palazzo Madama il 20 giugno).

Il governo è al lavoro per trovare un’intesa, ma gli spazi di manovra non sono molto ampi. Ipotizzare uno stravolgimento dell’impianto di base del provvedimento è utopia. Più credibile, invece, pensare ad interventi mirati volti a rendere “più digeribile” il testo all’opinione pubblica.

Come abbiamo scritto nei giorni scorsi, si lavora per trovare 470 milioni, cifra che servirebbe per salvare il taglio della carta del docenteche nell’ottica del Governo dal 2027 dovrebbe arrivare a 375 euro, e il taglio di organici previsto a causa della denatalità, con una flessione di 11.600 cattedre, ha riferito più volte anche lo stesso Ministro Bianchi, che nel frattempo ha perso un pezzo importante, ovvero il consigliere Mario Ricciardi, che si è dimesso poche settimane fa.

Per il Partito Democratico il percorso di abilitazione non può iniziare alla laurea triennale, così come attualmente prevede la riforma, ma dalla laurea magistrale. Di segno opposto l’idea di Forza Italia, che fa notare come ritardare tutto potrebbe portare a numerosi studenti fuori corso.

Si prova a valutare la possibilità per l’assunzione semplificata per i precari con 3 anni di servizio, con i Cfu che potrebbero sparire nel caso in cui il docente abbia maturato almeno un anno specifico sulla cattedra per la quale concorre.

C’è anche la questione formazione incentivata, con la proposta del partito democratico di anticipare gli scatti di anzianità. E ancora, si lavora anche per eliminare da subito i test a crocetta nei concorsi, previsione che la riforma riporta dal 2025 in poi, con la conclusione della fase transitoria.

TESTO DECRETO [PDF]

TUTTI GLI EMENDAMENTI PRESENTATI DAI PARTITI [PDF]

DOSSIER [PDF]

RELAZIONE TECNICA [PDF]

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