Riforma pensioni, l’anticipo potrebbe essere legato non solo ai contributi o dipenderà dal lavoro svolto?

La riforma pensioni, per Pasquale Tridico dovrebbe tenere conto di diversi aspetti della vita lavorativa di ognuno.
Periodo molto caldo in tema riforma previdenziale. I sindacati premono per avere delle risposte dall’esecutivo che ha promesso una riforma già pronta per l’estate. I lavoratori attendono, non potendo, in questo momento, neanche pianificare eventuali uscite dal 2024 in poi.
Ma decisioni non ne sono ancora state prese. E’ stata messa sul tavolo una proposta che vorrebbe riconoscere alle lavoratrici madri uno sconto di 4 mesi per ogni figlio. Beneficio di cui già godono le donne che ricadono interamente nel sistema contributivo puro per accedere alla pensione di vecchiaia. Ma da quel che si è compreso il beneficio lo si vorrebbe estendere a tutte le misure.
Le parole di Tridico
Secondo Pasquale Tridico, presidente dell’INPS, la pensione flessibile dovrebbe essere legata non sui contributi versati o sull’età, ma sul lavoro svolto.
Per Tridico, quindi, l’uscita dovrebbe essere differenziata in base alla gravosità del lavoro e si dovrebbe permettere di uscire prima a chi fa un lavoro maggiormente usurante rispetto a chi potrebbe continuare a lavorare anche in età più avanzata.
Ma non finisce qui. Secondo il presidente dell’INPS devono essere prese in considerazioni anche le tipologie di carriere: quelle stabili e continuative e quelle precarie e discontinue. Da queste ultime, infatti, è difficile aspettarsi che il lavoratore riesca a ricavare 40 e passa di anni di contributi. Altra variabile da tenere d’occhio, per Tridico sono anche le retribuzioni: un conto è un lavoratore che ha avuto stipendi stabili ed ha versato, quindi, una contribuzione equa, un conto è quello che, con stipendi più bassi ha versato contribuzioni misere e a stento raggiunge i 20 anni di contribuzione.
Proprio in quest’ottica secondo il presidente dell’INPS andrebbe rivisto il minimo di importo (1,5 volte l’assegno sociale) che permette ai contibutivi puri di accedere alla pensione di vecchiaia a 67 anni. Perchè difficilmente chi oggi ha 40 o 50 anni riuscirà a soddisfare questo requisito se non ha avuto una carriera continua e ben pagata.
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