Riforma orientamento, dal 2023/24 nomina Tutor nelle scuole secondarie. Quanti e con quali compiti

Con la riforma dell’orientamento ogni scuola secondaria dovrà dotarsi di docenti tutor. Quanti? Quali compiti dovranno svolgere?
Riforma
La riforma dell’orientamento è prevista dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), cui è seguito il DM n. 328/2022, con il quale il Ministero ha adottato le Linee guida per l’orientamento, finalizzate all’attuazione della riforma. Gli obiettivi di quest’ultima sono i seguenti:
- rafforzare il raccordo tra primo e secondo ciclo di istruzione per una scelta consapevole e ponderata (della scuola secondaria di II grado), tale da valorizzare le potenzialità e i talenti degli studenti;
- contribuire alla riduzione della dispersione scolastica;
- favorire l’accesso alle opportunità formative dell’istruzione terziaria.
Al fine di conseguire i sopra elencati obiettivi, saranno realizzati nelle scuole secondarie appositi moduli di orientamento formativo di almeno 30 ore (attivati dal 2023/24), che saranno documentati in un E-Portfolio (ovvero portfolio digitale), e gli studenti saranno seguiti da un tutor.
Tutor
Quanti e quali
Così leggiamo nelle Linee guida:
In questa prospettiva, ogni istituzione scolastica e formativa individua i docenti di classe delle scuole secondarie di primo e secondo grado, chiamati a svolgere la funzione “tutor” di gruppi di studenti …
Dunque, i tutor:
- opereranno nelle scuole secondarie di primo e secondo grado;
- saranno individuati in ciascuna classe;
- seguiranno “gruppi di studenti”;
- saranno, come si deduce dal tenore letterale di quanto scritto dal Ministero, più di uno in ogni classe (… individua i docenti di classe delle scuole secondarie di primo e secondo grado, chiamati a svolgere la funzione “tutor” di gruppi di studenti; dunque non un docente di classe, ma i docenti di classe…);
- opereranno dal 2023/24 (nel paragrafo dedicato ai “Tutor” non è esplicitamente indicato, tuttavia non possono che operare a partire dal predetto anno scolastico, considerato che i moduli formativi partiranno proprio dal 2023/24).
Compiti
I tutor seguiranno “gruppi di studenti” in un dialogo costante con lo studente, la sua famiglia e i colleghi. Nello specifico, svolgeranno due attività:
- aiutare ogni studente a rivedere le parti fondamentali dell’E-Portfolio personale (cui dedicheremo un apposito articolo);
- consigliare le famiglie nei momenti di scelta dei percorsi formativi e/o delle prospettive professionali, anche alla luce dei dati territoriali e nazionali, delle informazioni contenute nella piattaforma digitale unica per l’orientamento (introdotta sempre dalla riforma); per assolvere tale compito, i tutor potranno avvalersi del supporto della figura a sostegno dall’orientamento, che ogni scuola dovrà individuare e che avrà il compito di gestire i dati forniti dal Ministero (relativi a: offerta formativa del secondo ciclo, nel passaggio tra primo e secondo grado; documentazione territoriale e nazionale, riguardante il passaggio dal secondo ciclo all’offerta formativa del sistema terziario; la transizione scuola-lavoro, con dati relativi sia alle professionalità più richieste nei diversi territori, sia sulle prospettive occupazionali e retributive correlate ai diversi titoli di studio secondari e terziari trasmesse a ciascuna scuola dal Ministero); di raffinarli e integrarli con quelli raccolti nelle diverse realtà economiche territoriali, in modo da metterli a disposizione dei docenti (in particolare dei docenti tutor), delle famiglie e degli studenti].
Le succitate parti fondamentali dell’E-Portfolio, che ogni studente dovrà rivedere con l’ausilio del tutor, sono le seguenti:
- il percorso di studi compiuti, anche attraverso attività che ne documentino la personalizzazione;
- lo sviluppo documentato delle competenze in prospettiva del proprio personale progetto di vita culturale e professionale. In tale spazio si possono, ad esempio, riportare le competenze sviluppate a seguito di attività svolte nell’ambito dei progetti finanziati con fondi europei o, per gli studenti della secondaria di II grado, dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO);
- le riflessioni in chiave valutativa, auto-valutativa e orientativa sul percorso svolto e, in particolare, sulle sue prospettive;
- la scelta di almeno un prodotto riconosciuto criticamente dallo studente in ciascun anno scolastico e formativo come il proprio “capolavoro”.
In definitiva, il compito dei tutor, che si articola nelle attività sopra riportate, e’ quello di valorizzare i talenti degli studenti, come sottolineato anche dal Ministro Valditara:
“Io penso alla scuola italiana come una grande comunità, non solo di insegnamento e di apprendimento ma anche di azione di vita. Penso ad una grande comunità che realizzi quella alleanza fra famiglie, studenti, docenti, parti sociali, proprio finalizzata alla valorizzazione della persona“, ha detto il Ministro dell’Istruzione e del Merito, che prosegue: “Sono 75 anni dall’entrata in vigore della nostra Costituzione che mette al centro la persona – ha sottolineato, soffermatosi sulla figura del docente tutor, legata alla riforma dell’orientamento: “e da qui anche l’iniziativa mia, volta a valorizzare i talenti, volta a valorizzare dunque l’individualità di ciascuno studente, a tirar fuori le abilità, le predisposizioni, le capacità di ciascun ragazzo. Ecco da qui l’idea del docente tutor, la centralità dell’orientamento per essere vicini anche alle famiglie nel momento anche della scelta del percorso formativo dei propri ragazzi. Io penso che sia fondamentale costruire la scuola italiana all’insegna di questi principi”.
Formazione
Partendo dal principio che l’orientamento non è un processo episodico, ma sistematico, il Ministero ha previsto che l’Orientamento diviene priorità strategica della formazione, nell’anno di prova e in servizio, dei docenti di tutti i gradi di istruzione. Tutti i docenti (neoassunti e non), pertanto, saranno formati in merito all’Orientamento.
Quanto ai tutor, sono previste per gli stessi iniziative formative specifiche, sulla base degli indirizzi definiti dal MIM.
Le attività (formative) saranno svolte a livello territoriale, con il coordinamento del MIM e degli Uffici scolastici regionali, tramite i “Nuclei di supporto”, da istituire presso ogni Ufficio scolastico regionale, al fine di accompagnare l’attuazione delle Linee guida, anche in relazione agli aspetti organizzativi e gestionali delle scuole.