Riforma ITS, D’Aloisio (M5S): “Dietro c’è lavoro sottopagato. Il provvedimento minaccia l’essenza della scuola pubblica”
Va verso l’approvazione definitiva alla Camera la riforma degli istituti tecnici e professionali. Fortemente critica la senatrice M5S Vincenza Aloisio che pensa si nasconda “un disegno scientifico per generare lavoratori precari mal retribuiti pronti a essere sfruttati dalle aziende”.
“E’ un tema che ho già affrontato in Senato, dove sono intervenuta in sede di trattazione in Commissione, e che continuo a seguire nell’altro ramo nel Parlamento, auspicando un ravvedimento del Governo che purtroppo non arriva” scrive in una nota la senatrice.
“L’intento tanto decantato di fornire un’istruzione di alta qualità è una bugia: questo Esecutivo dopo essersela presa coi poveri, distruggendo il reddito di cittadinanza e i meridionali, approvando l’autonomia differenziata, stavolta punta il dito contro i giovani, supportando gli interessi di quelle aziende che intendono risparmiare sui costi delle risorse umane. Di fatto, il rischio è quello di strattonare i nostri figli nel mondo del lavoro cancellando con una spugna i loro diritti e salari adeguati, dopo aver svolto anni di stage non retribuiti. Analogamente è concreto il pericolo che, coinvolgendo le aziende nella definizione dei percorsi formativi, quest’ultime possano influenzare e condizionare l’istruzione. Personalmente, ritengo che l’obiettivo primario degli istituti scolastici sia quello di formare individui pensanti e critici e non matricole sottopagate da gettare in pasto ad imprenditori, magari senza scrupoli. Dunque, pur riconoscendo l’importanza di trasmettere ai giovani la cultura del lavoro sin dall’età scolastica, ritengo che questo obiettivo non debba tradursi in un tentativo di eludere la contrattazione collettiva del lavoro. Pertanto, sono fermamente convinta che questo provvedimento minacci l’essenza stessa della scuola pubblica, rischiando di compromettere il diritto dei nostri studenti a una formazione di qualità” conclude D’Aloisio.
