Riforma istituti tecnici e professionali, parere negativo del CSPI sul progetto: “Tante criticità, impensabile avviare il piano già dal 2024”
Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) ha espresso un parere negativo sullo schema di decreto per il “Progetto nazionale di sperimentazione relativo all’istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale”. Il voto a maggioranza, con due astenuti, si è svolto in modalità telematica il 7 dicembre.
Il CSPI ha sollevato preoccupazioni significative, sottolineando la necessità di una revisione sostanziale del testo.
Le criticità principali includono:
- Mancanza di informazioni per le famiglie: La sperimentazione potrebbe non fornire l’informazione necessaria alle famiglie, né le azioni di orientamento adeguate per studentesse e studenti.
- Coinvolgimento dei soggetti: Le reti coinvolte nella sperimentazione richiedono un dialogo più approfondito per costruire relazioni significative.
- Contenuti prematuri: I contenuti dello schema anticipano quelli in dibattito parlamentare, rendendo incerta la prosecuzione della sperimentazione a causa di potenziali modifiche legislative.
- Inclusione indistinta di istituti: L’inclusione indistinta di istituti tecnici e professionali crea complessità e inadeguatezze nei percorsi formativi.
- Esperienze lavorative precoci: L’anticipazione delle esperienze lavorative potrebbe essere prematura e inappropriata per alcuni studenti.
- Esclusione dei Licei: La mancata inclusione dei licei nella proposta limita la visione integrata dell’istruzione.
Il CSPI ha anche espresso preoccupazioni aggiuntive, come la necessità di una maggiore implementazione nelle riforme degli istituti professionali e la difficoltà di coinvolgere gli ITS Academy, ancora in fase di avvio.
In conclusione, il CSPI ha rimarcato la necessità di un coinvolgimento più ampio e di tempi più adeguati per l’implementazione di questo piano sperimentale. Ritiene inoltre impensabile avviare il piano già dal 2024/25, data la necessità di acquisire l’intesa tra regioni e uffici scolastici regionali per la costituzione della rete e di definire i contenuti del progetto.
Cosa prevede la riforma
L’obiettivo del governo è attuare queste nuove disposizioni già dal prossimo anno scolastico, sottolineando l’urgenza dell’approvazione entro dicembre. Le scuole interessate, infatti, devono poter presentare un progetto da sottoporre al Ministero per la valutazione, prima di aprire le iscrizioni agli studenti, che si chiuderanno entro gennaio: un calendario stretto che mette pressione sul sistema scolastico.
La riforma prevede una maggior flessibilità dei programmi e una correlazione più stretta con il tessuto produttivo del territorio. Si tratta di una revisione dei piani di studio e dei quadri orari per l’istruzione tecnica, che resterà nel canale ordinario dei 5 anni delle superiori.
Per l’iter sperimentale, invece, si prospetta una riduzione della durata del ciclo scolastico da 5 a 4 anni, mantenendo invariato l’organico, seguiti da due anni di specializzazione presso gli ITS. La riforma, promossa dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, punta a rafforzare le competenze di base in italiano, matematica e inglese, dando maggiore peso alle materie tecniche e laboratoriali.
Una novità significativa è l’introduzione del “campus”, una comunità composta da scuole, centri di formazione professionale e Its Academy. Questo modello si concentra sulla centralità dello studente, offrendo percorsi d’istruzione personalizzati e flessibili. Inoltre, sono previsti accordi di partenariato per la coprogettazione dell’offerta formativa e l’implementazione di percorsi specifici.
Interessante è la proposta di collaborazione a tempo determinato con docenti esterni, provenienti dal mondo delle imprese, per colmare eventuali lacune di competenze tecniche. Questa maggiore specificità nei corsi, come delineato nel ddl, non dovrebbe compromettere il raggiungimento delle competenze del profilo educativo, culturale e professionale previsto per ciascun indirizzo di studi.
Gli studenti, che hanno concluso i percorsi quadriennali previsti potranno accedere ai percorsi formativi degli ITS Academy, e potranno sostenere l’esame di Stato presso l’istituto professionale assegnato, in deroga al previo sostenimento dell’esame preliminare. L’adeguamento e l’ampliamento dell’offerta formativa, la promozione dei passaggi fra percorsi diversi e la certificazione delle competenze acquisite sono alcuni degli aspetti salienti di questa nuova iniziativa educativa. Con il decreto del Ministro dell’istruzione e del merito, saranno definite le modalità di adesione alle reti, le condizioni di avvio, l’integrazione e l’ampliamento dell’offerta formativa, e le relative attività di monitoraggio e valutazione.
La riforma propone anche la promozione di accordi di partenariato per incrementare l’alternanza scuola-lavoro e i contratti di apprendistato, valorizzando altresì le opere soggette a diritto d’autore e proprietà industriale realizzate nel corso dei percorsi tecnici e professionali. È previsto anche l’eventuale trasferimento tecnologico alle imprese locali, un’opportunità che potrebbe rivelarsi vantaggiosa per l’ecosistema produttivo locale.
Si prevede, inoltre, che i sistemi di formazione regionale possano aderire alla sperimentazione, a condizione che i percorsi siano validati dall’Invalsi per garantire una formazione equiparabile a quella statale. È una passerella che non si limita solo all’accesso agli ITS, ma estende la possibilità per gli studenti di iscriversi anche all’università.