Riforma istituti tecnici e professionali, sperimentazione a 4 anni: rischio meno docenti? Per la Flc Cgil sì, il Ministero risponde: “Non è vero” [VIDEO]

Durante la puntata di Question Time, la rubrica di consulenza trasmessa sui canali social di Orizzonte Scuola, è stata discussa la riforma degli istituti tecnici e professionali, con particolare attenzione alla proposta di riduzione da 5 a 4 anni del percorso di studi.
Graziamaria Pistorino, sindacalista della Flc Cgil, ha espresso preoccupazioni riguardo l’effetto di questa riforma sui docenti precari.
Pistorino afferma: “La durata di 4 anni del percorso di istituti tecnici e professionali comporterebbe il rischio di minori richieste di docenti precari? Certamente sì. Rispetto al target del precario, del docente precario che in questo momento non è di ruolo e che lavora nella scuola in maniera continuativa e in maniera saltuaria, queste riforme sono tutte devastanti”.
Illustrando l’impatto della proposta, Pistorino sottolinea: “Primo, diminuzione di un anno, quindi diminuzione di un quinto, si diminuisce la possibilità di lavoro, quindi su 100 persone che oggi lavorano, 20 non lavoreranno, la matematica non è un’opinione. Secondo, gli insegnanti di sostegno lavoreranno anche loro un anno in meno quindi per coprire le diciotto ore di una cattedra ci saranno bisogno di ancora più alunni…”
Pistorino continua, evidenziando le implicazioni sul carico di lavoro e sulla qualità dell’insegnamento: “In più, la quantità di ore dedicate e collegate con gli insegnamenti esterni, la quantità di ore, insegnanti esterni, dico insegnanti ma in realtà sono gli esperti esterni, i tecnici che vengono a insegnare a scuola, quindi ore in meno di didattica, PCTO aumentati, apprendistato di primo livello aumentato, cioè di fatto se la guardiamo dalla prospettiva del precario non è conveniente affatto. Guardiamola in termini brutali”.
In conclusione, Pistorino evidenzia: “Noi abbiamo affrontato la discussione più volte. Perché l’abbiamo vista anche nell’ottica del sistema, dell’impoverimento del sistema, della qualità dell’istruzione, ma se la guardiamo dal punto di vista dei precari sicuramente è una quantificazione immediata di perdita di posti di lavoro.”
Il Ministero precisa: “Non è così”
Sull’argomento, però, il Ministero spiega: “La riduzione di un anno del percorso comporterà nel tempo una riduzione di organico? No, per le istituzioni scolastiche interessate ad aderire al piano sperimentale l’organico del personale continuerà a essere calcolato sul quinquennio e non si avrà alcuna riduzione”.
In una nota inviata alla nostra redazione, Carmela Palumbo, Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione, precisa: “L’affermazione è priva di fondamento in quanto il DM che ha promosso la sperimentazione ha espressamente previsto all’art. 3 che il progetto presentato da ciascuna scuola dovrà prevedere “l’utilizzo di tutte le risorse disponibili, a invarianza delle dotazioni organiche complessive attribuite per i corrispondenti percorsi quinquennali”. Quindi, le istituzioni scolastiche potranno contare sull’organico docenti previsto sul monte ore dei percorsi quinquennali e utilizzarlo nei quattro anni del percorso sperimentale. In altre parole, la sperimentazione opera a invarianza di docenti. Del resto, la stessa redazione di Orizzonte scuola richiama, a margine dell’intervento del sindacalista, una FAQ di chiarimento del Ministero”.
La puntualizzazione di Pistorino
Graziamaria Pistorino, precisa: “Siamo informati del fatto che il decreto prevede l’invarianza di organico, ma è necessario trarre le conclusioni dall’esistente e non solo dalle enunciazioni. Fino ad oggi le contrattazioni regionali sugli organici, in presenza di quei, pochi, licei quadriennali che già esistono, testimoniano la scelta del taglio degli organici da 5 a 4 anni. Infine, sulla specifica domanda posta dalla collega sui precari, ho considerato la ricaduta sulle dotazioni degli insegnanti di sostegno, molto presenti negli istituti tecnici e professionali e lì c’è poco da discutere: quattro anni sono meno di cinque! Su questi docenti la diminuzione dei posti sarà del 20%. In ogni caso il timore della Flc Cgil sulla riduzione degli organici è così diffusamente sentito, che sono davvero in pochi ad aver scelto di sperimentare il taglio della scuola impoverita della filiera”.