Riforma istituti tecnici e professionali, D’Aprile (Uil Scuola Rua) frena: “C’è un tempo per studiare e uno per lavorare. La riforma non rispetta questo principio” [INTERVISTA]

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Nonostante nelle ultime uscite il Ministro dell’Istruzione e del Merito sottolinei l’importanza della riforma degli istituti tecnici e professionali, non tutti riescono a condividere l’entusiasmo. Su tutti i sindacati della scuola, che non nascondono le perplessità di un progetto che sta per essere approvato in via definitiva.

 

Il piano del Ministero

L’obiettivo della riforma è offrire maggiori opportunità lavorative ai giovani, allineandoli alle esigenze del mondo imprenditoriale.

Una novità rilevante è l’introduzione del “campus”, una comunità composta da scuole, centri di formazione professionale e Its Academy, incentrata sulla centralità dello studente.

La proposta include anche la collaborazione a tempo determinato con docenti esterni, provenienti dal mondo delle imprese, per colmare lacune di competenze tecniche.

Gli studenti dei percorsi quadriennali potranno accedere ai percorsi formativi degli ITS Academy e sostenere l’esame di Stato presso l’istituto professionale assegnato, costituendo dunque il modello 4+2.

L’iniziativa mira all’adeguamento e all’ampliamento dell’offerta formativa, promuovendo i passaggi fra percorsi diversi e la certificazione delle competenze acquisite. Si prevede anche la promozione di accordi di partenariato per incrementare l’alternanza scuola-lavoro e i contratti di apprendistato, valorizzando le opere soggette a diritto d’autore e proprietà industriale realizzate nei percorsi tecnici e professionali.

Si prevede che i sistemi di formazione regionale possano aderire alla sperimentazione, validata dall’Invalsi per garantire una formazione equiparabile a quella statale. È un’opportunità che estende la possibilità per gli studenti di iscriversi non solo agli ITS, ma anche all’università.

Il Ministro Valditara, ha ribadito il suo entusiasmo in merito a tale riforma: “La riforma dovrebbe essere approvata definitivamente entro fine febbraio e andare in vigore dal prossimo anno scolastico, con l’obiettivo di ridurre il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, offrire più rapidamente maggiori opportunità di impiego ai nostri giovani e rendere più competitivo il sistema imprenditoriale”.

“Nel frattempo – aggiunge – siamo partiti il 7 dicembre con una sperimentazione: le scuole che hanno presentato domanda di adesione dovranno dimostrare di aver costruito una filiera formativa che coinvolga Its e impresa per costruire un percorso formativo integrato”.

“I progetti presentati sono ancora in corso di verifica. Quello che posso dire è che la risposta che è giunta dalle scuole è stata molto importante, oltre le aspettative. In passato non esisteva il collegamento strutturale in filiera con gli Its, non c’era il collegamento con l’impresa e si comprimeva il programma precedentemente pensato per 5 anni”.

La Uil Scuola Rua: “C’è un tempo per studiare e uno per lavorare”

Ma c’è chi storce il naso verso questa e altre iniziative del numero uno del dicastero di Viale Trastevere.

Questa riforma non rispetta un principio fondamentale: c’è un tempo per studiare e un tempo per lavorare“, tuona ad Orizzonte Scuola Giuseppe D’Aprile, segretario generale della Uil Scuola Rua.

Inoltre, “sotto il profilo professionale assistiamo all’introduzione di nuove figure di insegnanti, già presenti negli Its, non contrattualizzate, provenienti dal mondo del lavoro a cui è richiesta solo un ‘esperienza professionale’ di tre anni, maturata nei settori produttivi di riferimento. Ciò senza indicarne il monte ore e la percentuale di presenza rispetto ai docenti curricolari“.

Per gli studenti – sottolinea D’Aprile – il ministero introduce la possibilità di passare – alla fine del quarto anno degli IeFp – direttamente agli Its Academy se avranno raggiunto gli obiettivi specifici di apprendimento del quinto anno. A certificare ciò sarà l’Invalsi, su cui abbiamo espresso più volte le nostre perplessità“.

Pertanto, secondo il sindacato si tratta di “una riforma che lascia qualche dubbio. Sembrerebbe finalizzata ad un tentativo di rilancio della formazione professionale, notoriamente in crisi negli ultimi anni, certamente utile, ma su cui sarebbe stato necessario avere maggiore attenzione attraverso una discussione più ampia e soprattutto compatibile con i tempi delle scuole“.

Ovvero, secondo il segretario D’Aprile, “si corre il rischio di introdurre meccanismi competitivi nel sistema educativo. La scuola non deve piegarsi alle logiche di mercato, ma promuovere il pensiero libero e critico“.

Voto in condotta e sospensione

A proposito di riforme, Valditara in questi giorni è tornato anche su quella della sospensione e del voto in condotta. Dopo essere stato annunciato lo scorso anno, il progetto, inizialmente abbinato proprio alla riforma dei tecnici e professionali, è fermo in Senato e si teme che non riesca a entrare in vigore da settembre: “Questa settimana in Commissione al Senato inizieranno le audizioni. C’è la ferma volontà di arrivare rapidamente alla sua approvazione per cambiare radicalmente l’istituto della sospensione e ridare valore al voto di condotta. Il nostro obiettivo è attuare la riforma dal prossimo anno scolastico”, ha detto il Ministro.

Proprio il 17 gennaio, sono previste le audizioni di diverse organizzazioni sindacali, compresa la Uil Scuola Rua.

È fondamentale riaffermare che nell’ambiente educativo non c’è posto per nessuna forma di prepotenza, tantomeno di violenza e se il Ministro ha come obiettivo quello di istituire una cultura del rispetto a scuola non possiamo che essere d’accordo“, dichiara D’Aprile.

Tuttavia, secondo il sindacalista, “alcune misure presenti, però, andrebbero affrontate diversamente e potrebbero avere conseguenze negative sul percorso educativo degli studenti“.

Infatti, “la scuola è lo spazio in cui gli studenti possono apprendere, crescere e sviluppare consapevolezza delle proprie potenzialità e delle conseguenze dei propri errori. È luogo di corresponsabilità e di regole, non luogo di pena. Il problema va dunque risolto a monte, in maniera diversa e all’interno delle scuole focalizzando gli interventi sul piano educativo e non eccessivamente punitivo“.

Ciò non toglie che “va recuperato il rispetto verso il personale della scuola facendo molta attenzione a parlare di scuola con superficialità, trattandola bene anche attraverso una maggiore considerazione di chi vi lavora. E per raggiungere tutto questo è necessario creare una sinergia tra scuola, famiglia e società civile“, conclude il segretario Uil Scuola Rua.

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