Riforma fiscale: fino a 100 euro nello stipendio col taglio cuneo fiscale, assegno unico per figli, aliquote. Novità 2021

Verso la riforma fiscale: dal taglio dell’IRPEF 2022, all’assegno unico per i figli del 2021, passando naturalmente al taglio del cuneo fiscale già in vigore e riconfermato anche per il 2021.
I due punti chiave della riforma del fisco saranno rappresentati dal taglio del cuneo fiscale e dalla revisione degli incentivi per le famiglie. Se da una parte si pensa anche ad una revisione delle aliquote Irpef, che però potrebbero non arrivare prima del 2022, intanto ci si concentra sulle misure già entrate in vigore e quelle di prossima attuazione.
Riforma del fisco e revisioni aliquote Irpef
In base a quanto detto dal Ministro Guarltieri la revisione delle aliquote IRPEF potrebbe essere operativa già dal 2022. Ma cosa potrebbe cambiare?
Nel 2020, come negli anni passati, gli scaglioni di reddito su cui calcolare l’Irpef sono 5 con aliquote applicate che vanno dal 23 al 43%. La no tax area è individuata fino a 8mila euro.
Quel che si tenta di fare con la riforma dell’Irpef è rendere la tassazione sul reddito più proporzionale visto che attualmente, nonostante le detrazioni e le deduzioni la tassazione resta comunque alta.
Ovviamente non si sa con certezza come si interverrà sulle aliquote Irpef ma la proposta di revisione punta a copiare, in parte, il modello progressivo tedesco che comporta l’applicazione di aliquote continue crescenti dal 14 al 42%.
Nella sostanza poco cambia: al crescere del reddito cresce l’aliquota applicata ed è questo che interessa il contribuente.
A tal proposito l’economista Cottarelli afferma che “Il problema non è il numero delle aliquote, ma la complessità del calcolo della base imponibile per effetto di una pletora di deduzioni e detrazioni, il prodotto cumulato di decenni di governi che, per mostrarsi generosi, hanno colto ogni occasione per premiare questo o quel settore, questa o quella attività. “.
Altra proposta su cui si sta ipotizzando e l’accorpamento delle aliquote centrali, quelle al 385 e al 41% che interessano i reddito compresi tra 28mila e 75 mila euro lordi annui.
La proposta emersa ultimamente, invece, prevede un aumento degli scaglioni di reddito per rendere più equa la tassazione del ceto medio, quello che guadagna tra 28mila e 55 mila euro l’anno: introdurre un’aliquota intermedia tra il 27% ed il 38% renderebbe la tassazione meno pensante.
Ovviamente non si sa quale strada intenderà percorrere l’esecutivo al riguardo ma quello che è certo è che entro il 2022 ne testeremo i frutti sui nostri guadagni e sulle nostre tassazioni.
Assegno Unico per le famiglie
Come abbiamo detto, quindi, se anche se pensa ad una riforma più globale, al momento le risorse sono state stanziate per i due interventi di punta della riduzione del peso delle tasse per le famiglie.
A partire dal 1 luglio 2021 dovrebbe partire la misura chiave dell’intervento per il riordino degli incentivi alle famiglie, il tanto atteso assegno unico che dovrebbe andare a prendere il posto delle numerose misure che oggi sono alla base del sostegno alla genitorialità.
L’importo spettante alle famiglie potrebbe variare dai 50 ai 250 euro al mese per ogni figlio con una quota fissa destinata a tutte le famiglie con figli a carico, indipendentemente dal reddito, ed una quota variabile basata sull’ISEE.
L’assegno dovrebbe spettare dal settimo mese di gravidanza e fino al compimento dei 21 anni dei figli, con l’eccezione dei figli con disabilità per i quali non è stato fissato un limite all’età per la fruizione.
La misura, in ogni caso, dovrebbe prendere il posto dell’attuale assegno al nucleo familiare, delle detrazioni per figli a carico, ma dovrebbe inglobare anche il bonus bebè e il bonus mamma domani.
Per l’assegno unico per i figli sono stati stanziati 3 miliardi per il 2021 (visto che la misura coprirà soltanto metà anno) e 5,5 miliardi per il 2022.
Taglio cuneo fiscale 2021
Riconfermato per il 2021 anche il taglio del cuneo fiscale che, partito a luglio 2020, ha portato il bonus Renzi di 80 euro all’importo di 100 euro per redditi fino a 28mila euro. Importi inferiori per redditi compresi tra 28mila e 40mila ma in ogni caso si è portata la platea dei beneficiari ad un ampliamento non indifferente.
Il taglio del cuneo fiscale, in base a quanto contenuto nella manovra 2020, è strutturale per redditi fino a 28mila euro (ovvero coloro cui spettano i 100 euro mensili) mentre è sperimentale e termina a fine 2021, la parte che prevede il bonus anche per redditi compresi tra 28mila e 40mila euro. L’intenzione, in ogni caso, sembra essere quella di prorogare il taglio del cuneo fiscale anche per questi ultimi redditi dopo il 2021.
Per docenti e ATA il taglio del cuneo fiscale si traduce in un importo variabile dagli 80 ai 100 euro in più sulla busta paga. Tali importi, ed è bene chiarirlo, non sono legati ad aumenti ma solo dalla minor tassazione applicata allo stipendio lordo: si parla infatti di un taglio IRPEF con il taglio del cuneo fiscale.
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