Riforma fiscale, a rimetterci sempre i ceti medio bassi?

Per ora non possiamo dire chi favorirà e chi, invece, ci rimetterà con la riforma fiscale, non sapendo come intende procedere il governo.
Abbiamo parlato in un precedente articolo di quelle che potrebbero essere le intenzioni del governo per la riforma fiscale rispondendo alla domanda di un lettore che ci chiedeva chiarimenti (che al momento, ovviamente, non abbiamo).
In risposta al nostro articolo, una lettrice preoccupata scrive:
Buongiorno, vorrei esprimere un mio modesto parere su ciò che ho capito riguardo alla riforma dell’Irpef. Prima di tutto sono allibita nel sentir parlare di ceto medio chi può arrivare a 55000€, e i pensionati che non arrivano neanche a 28000€, che fanno? Continuano a pagare il 27% e in più continuano a pagare le addizionali regionali e comunali. Allora la seconda fascia che appartiene ad un ceto medio basso continua a essere sempre penalizzata, anzi mi sembra di aver capito che proponendo tre aliquote per questi ultimi l’IRPEF aumenterà al33%?. Sono veramente sconcertata, le fasce più deboli sono quelle sempre meno considerate, soprattutto i pensionati.
Scusate lo sfogo ma sono veramente amareggiata.
Riforma fiscale a rimetterci i pensionati?
Come abbiamo già specificato non si sa come intende procedere il governo al riguardo ma abbassare la pressione fiscale del ceto medio (quello che attualmente è chiamato a pagare l’IRPF al 38%) porta come conseguenza anche l’abbassamento della pressione fiscale del ceto medio basso in cui rientrano, di fatto, moltissimi dipendenti e pensionati.
Quello che possiamo dire con certezza al momento sulla riforma fiscale, che dovrebbe vedere luce nel giro di poche settimane, è che non c’è una linea comune su come si dovrà effettivamente intervenire sulle aliquote IRPEF.
Con ogni probabilità, però, si dovrebbe puntare a ridefinire tutta la struttura dell’IRPEF abbassando l’aliquota media collettiva (anche se l’impatto maggiore si avrebbe sull’attuale terzo scaglione, quello di mezzo che attualmente ha un aumento dell’11% rispetto a quello precedente con una discontinuità nella progressione dell’imposta molto brusca).
Ovviamente non c’è solo questa proposta in ballo e per capire come il governo intenderà procedere nella riduzione della pressione fiscale non dobbiamo fare altro che attendere, presumibilmente, il 31 luglio, dato entro la quale la riforma in questione dovrebbe vedere la luce in base alla legge delega ricevuta dal governo.
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