Riforma del voto in condotta, scontro a distanza tra PD e Lega. Dem: “Svolta securitaria”, leghisti: “Non è così”
L’escalation di violenza nelle scuole italiane rappresenta un crescente motivo di preoccupazione. Episodi come il recente accoltellamento di un’insegnante ad Abbiategrasso e lo sparo di pallini di gomma a Rovigo rischiano di diventare ordinari. L’urgenza di politiche preventive robuste è palpabile, ma la risposta del partito della Lega sembra orientarsi verso una soluzione securitaria.
La proposta di legge di Rossano Sasso, attualmente in discussione in commissione Cultura, prevede un inasprimento delle pene per “violenza o minaccia” e “oltraggio” a pubblico ufficiale. Con la modifica proposta, se la vittima è un membro del personale scolastico, la pena può essere aumentata da un terzo a due terzi. Questa soluzione suscita preoccupazioni per il rischio di incarcerazione degli studenti.
La motivazione alla base della proposta sottolinea l’escalation della violenza studentesca contro gli insegnanti, spesso minimizzata e considerata come “bambinate”. Sasso sostiene che è necessario considerare il personale scolastico “pubblico ufficiale a tutti gli effetti”, permettendo che certi comportamenti prevaricatori possano essere considerati come reati gravi.
Tuttavia, questa posizione è contestata dal Partito Democratico. Irene Manzi, capogruppo in commissione Cultura, sostiene che la soluzione a un problema tanto complesso non dovrebbe basarsi esclusivamente su una logica securitaria. È fondamentale evitare questi fenomeni, non solo sanzionarli, attraverso strategie che garantiscano l’autorevolezza della scuola.
È stato osservato che questa proposta fa parte di una serie di interventi securitari della maggioranza, che considera la repressione come la soluzione a ogni problema. Precedenti interventi hanno riguardato i rave party, gli scafisti, e chi causa lesioni personali a un professionista sanitario o sociosanitario.
D’altro canto, Sasso si difende dalle critiche, sottolineando come la proposta di legge preveda anche l’istituzione di un Osservatorio sulla violenza nelle scuole e momenti di sensibilizzazione. Ribadisce il dovere di difendere l’autorevolezza degli insegnanti e di educare i figli al rispetto.
Ricordiamo inoltre che sul tema anche Orizzonte Scuola è stata audita alla Camera, con il nostro direttore Eleonora Fortunato, che ha spiegato, come “la scuola è un ambiente naturale per sperimentare l’approccio riparativo della giustizia. Grazie al suo ruolo educativo, la scuola può diventare uno spazio in cui si pratica l’ascolto, la comprensione delle esperienze altrui e la ricerca di accordi per il futuro. L’adozione del paradigma riparativo consente di trovare risposte che promuovono la riparazione del legame sociale violato, responsabilizzando gli individui e gestendo le conseguenze distruttive del conflitto nell’ambito dell’”Educazione civica e alla convivenza civile””.
La proposta di legge prevede per chi aggredisce il personale scolastico, una pena aumentata da uno a due terzi, la pena massima per la violenza a 7 anni e sei mesi, con l’oltraggio che arriva fino a 5 anni.
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