Riforma del voto in condotta, Petri: “Misure più severe sono solo un rimedio superficiale e inefficace”

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Il Senato ha approvato il disegno di legge sulla scuola proposto dal Ministro Valditara, che introduce significative novità, tra cui il ritorno del voto numerico in condotta alle scuole medie, la possibilità di bocciatura per insufficienza in condotta e multe per le aggressioni al personale scolastico. L’obiettivo dichiarato è quello di rafforzare l’autorevolezza dei docenti e contrastare episodi di bullismo e violenza.

Tuttavia, la riforma ha scatenato un acceso dibattito, con opinioni contrastanti sulla sua efficacia e sulle possibili conseguenze.

Valentina Petri, docente e scrittrice, in un articolo su La Stampa, critica l’enfasi sulla punizione e la valutazione numerica del comportamento, definendola una “coreografia a cui si assiste ammutoliti da anni”. Petri sottolinea che le misure punitive, come la bocciatura o la sospensione, sono già previste nei regolamenti scolastici e che il problema non è la mancanza di norme, ma la loro applicazione e l’investimento nell’aspetto educativo della scuola.

“La scuola ha a che vedere con le persone, soprattutto giovani”, scrive Petri, “e non basterà mai a cambiare le cose un numero alla fine dell’anno scolastico, una sospensione più lunga”. La docente auspica un approccio più costruttivo, basato sul dialogo, sull’ascolto e sul supporto, che aiuti gli studenti a crescere e a superare le difficoltà.

L’introduzione di misure punitive più severe, senza un investimento parallelo nell’aspetto educativo, rischia di essere un rimedio superficiale e inefficace. “Di quello che farà uno studente con una condotta ‘inadeguata’ una volta fuori dalle aule”, conclude Petri, “non possiamo infischiarcene noi. Perché è affare di tutti”.

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