Riforma. CGIL audita al Senato: piano pluriennale assunzioni che coinvolga anche ATA, chiamata dirigenti in contrasto con costituzione
Al Senato è stata audita la CGIL. Il segretario Susanna Camusso ha relazionato sui punti contestati della riforma, a partire dal diritto allo studio.
Al Senato è stata audita la CGIL. Il segretario Susanna Camusso ha relazionato sui punti contestati della riforma, a partire dal diritto allo studio.
"Le modifiche intervenute alla non vanno nella giusta direzione", ha esordito la Camusso. "La scelta di non fare tagli – ha detto – è una scelta positiva, anche se le dimensioni non sono all'altezza dei problemi della scuola."
Diritto allo studio
La FLCGIL ha chiesto di affrontare il tema del diritto allo studio attraverso una legge quadro nazionale e finanziamenti certi e continuativi.
Assunzioni
Sui precari è stato chiesto un piano pluriennale di assunzioni nel testo del disegno di legge che consenta di stabilizzare il personale docente e ATA.
Piano Offerta Formativa
Per quanto riguarda il Piano dell'Offerta Formativa, esso deve essere la risultante di una larga collegialità. La definizione degli indirizzi non può essere definita da un solo soggetto della comunità professionale. Gli indirizzi del piano dell'offerta formativa devono essere decisi dall'organo che rappresenta tutte le componenti (docenti, studenti, famiglie) e non dal singolo dirigente.
Chiamata dei docenti
La chiamata nominativa da parte del dirigente scolastico, la valenza triennale dell'incarico, la perdita di titolarità presso l'istituzione scolastica delineano un sistema precario di assegnazione del personale alle singole scuole, con una impostazione gerarchica e discrezionale. Costruire un meccanismo di chiamata diretta, sotto la spada di Damocle della perdita dell'incarico espone, per la FLCGIL, a valutazioni discrezionali che possono precipitare in atteggiamenti discriminatori o lesivi della libertà di insegnamento.
"Piaccia o no – ha affermato la Camusso – un elemento di selezione soggettiva", come quello della chiamata diretta degli insegnanti da parte del preside, "è in netto contrasto con uno dei principi fondamentali della nostra Carta, che fa della libertà di insegnamento una delle caratteristiche della Repubblica".
Deleghe al Governo
Duro l'attacco anche alle deleghe contenute nell'articolo 23, nel quale mancherebbero i principi e i criteri direttivi che dovrebbero essere contenuti nel testo della delega. Ciò comporta il rischio che su alcuni temi particolarmente importanti dall'inclusione, alla ridefinizione degli indirizzi degli istituti professionali, agli esami di stato per fare qualche esempio, il Parlamento non venga coinvolto compiutamente.
Valutazione docenti: criteri nazionali
Si affrontino questioni urgenti subito, il resto dopo
"Se non vi sono le condizioni per costruire delle soluzioni che non determinino nel mondo della scuola conflitti si possono sempre risolvere le questioni urgenti e prendersi del tempo per tutto il resto perché credo che non ci sia nessun dottore che abbia ordinato al sistema scolastico italiano di entrare in quella che rischia di diventare una situazione di contenzioso perenne".
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