Riforma accesso Medicina, al via il tavolo MUR. Bernini: “Ci lasceremo alle spalle i quiz, più simili a un lancio della monetina che a un vero sistema di selezione”
Al via al Ministero dell’Università e della Ricerca il tavolo di lavoro sulla riforma dell’accesso ai corsi di Medicina. Lo fa sapere una nota del MUR. Lo scorso 16 ottobre la Commissione Istruzione pubblica, beni culturali del Senato della Repubblica ha dato il via libera al disegno di legge delega che rivede le modalità di accesso ai corsi di laurea in Medicina e chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria e Medicina veterinaria.
Il nuovo sistema di accesso supererà il numero chiuso e abolirà i test d’ingresso. Il provvedimento è ora atteso all’esame dell’aula.
Il gruppo di esperti – presieduto da Andrea Lenzi, professore emerito di Endocrinologia presso l’Università Sapienza di Roma – avrà il compito, in attuazione della delega legislativa, di contribuire a definire le modalità della revisione dell’accesso e della formazione nei corsi di studio di area di Scienze della Salute. In particolare, in prima battuta, formulerà proposte per l’armonizzazione dei corsi di studio del primo semestre.
“Ci lasceremo alle spalle – dice il Ministro Bernini – un sistema che non valorizzava le aspirazioni degli studenti, frustrate da quiz e test che assomigliavano più a un lancio della monetina che a un vero sistema di selezione. Vogliamo assicurare che tutti gli studenti siano valutati sulla base di materie caratterizzanti, con domande legate alle competenze acquisite. E va fatto al più presto. Per questa ragione ho istituito un Tavolo di lavoro immediatamente operativo, presieduto dal Professor Andrea Lenzi, che da subito, ben prima dell’approvazione definitiva del testo da parte del Parlamento, lavorerà per l’armonizzazione dei percorsi di studio dei corsi di laurea coinvolti, in modo che la riforma sia non solo incisiva, ma anche tempestiva. Abbiamo una grande responsabilità, nei confronti delle ragazze e dei ragazzi, nonché del Paese. Dobbiamo riuscire a non deludere le aspettative dei primi, che cercano un futuro professionale all’altezza delle loro aspirazioni. E dobbiamo offrire soluzioni concrete e strutturali – conclude il Ministro – adatte alle esigenze del Servizio Sanitario Nazionale italiano”.