Rientro a settembre, una calda estate di lavoro per Dirigenti Scolastici e segreterie. Lettera

inviata da Bruno Lorenzo Castrovinci – Esami a distanza, il virtuale che surroga il reale, con un corpo docenti incollato agli schermi dei loro computer e, allo stesso tempo, come in uno specchio riflessi in una delle finestre del mosaico che lo stesso restituisce.
La prova finale per gli alunni del primo ciclo rappresenta il loro primo esame, con le preoccupazioni e le aspettative che si porta dietro, amplificate dai limiti di un mondo virtuale che non lascia spazio alle emozioni del mondo reale.
Eppure, nonostante tutto, ognuno raggiunge la sua meta e si prepara a continuare la sua corsa, i vantaggi tanti, forse, ma anche tanti limiti, che i più entusiasti e amanti della tecnologia nascondono, ma che inevitabilmente ci sono.
Quelli che molti non vedono è il lavoro di chi sta dietro le quinte, dirigenti scolastici, docenti e personale ATA, informatizzati volenterosi che sopperiscono alle più disparate lacune del sistema, dal personale di segreteria che a stento è riuscito ad adattarsi alla rivoluzione digitale, alla dematerializzazione, alla scomparsa del documento cartaceo, fino alle difficoltà di un corpo docente che nonostante gli sforzi e l’impegno non riesce a superare il difficile rapporto con la tecnologia.
E questi nuovi eroi, figli di un’era digitale, pronti a sopperire a carenze di competenze delle risorse umane, con un impegno aggiuntivo che nessuno vedrà mai e che nemmeno immagina, corre il mio pensiero.
Figure silenziose, che rendono possibili processi che altrimenti non potrebbero mai funzionare.
Cosa manca alla scuola italiana, che cerca la tecnologia come panacea ai mali più disparati, dalla pandemia all’uso eccessivo di carta, ai chilometrici archivi e alla lentezza di un sistema che in un rinnovato futurismo cerca la velocità.
Indubbiamente gli informatici, e pensare che ci sono tanti giovani in attesa di prima occupazione, nati con il digitale e che opportunamente reclutati farebbero la differenza.
E chi, ormai prossimo alla pensione, si affanna ad essere al passo con i tempi, vive questa nuova era digitale con difficoltà, rimpiangendo un mondo lento, con i suoi riti, le sue routine, ma di fatto non riesce ad adattarsi ad un sistema che funziona solo se trova le figure silenziose pronte ad immollarsi.
Intanto, a scrutini finiti, un nuovo anno scolastico si affaccia con incertezza all’orizzonte di un settembre lontano, ma incredibilmente e terribilmente vicino.
Soluzioni? Infinite o forse nessuna, ma una cosa è certa, la tecnologia ci sarà. E gli assistenti tecnici al primo ciclo?
Sarebbe opportuna una riconferma di chi ha già avuto l’incarico ed ha affrontato questo periodo di emergenza investendo in formazione personale sulle piattaforme didattiche e che conosce i processi necessari ed indispensabili per garantire all’utenza dei dispositivi funzionanti in tempi brevi.
L’edilizia scolastica, progettata nel rispetto di parametri dimensionali previsti dalla norma, non è in grado di ospitare gli alunni nelle classi con il distanziamento richiesto dalle misure di emergenza.
La soluzione delle barriere fisiche in plexiglass riduce il rischio, ma, rapportata a certi contesti classe, si dimostra inefficace ed utopica.
E mentre l’anno volge al termine, con tempi inevitabilmente più lunghi per le operazioni di scrutinio ed esame finale, il corpo docente e i dirigenti, provati da un carico aggiuntivo di lavoro non indifferente, non riescono a immaginare un rientro a settembre.
Sarebbe opportuno quindi, più che anticipare il rientro in presenza, posticiparlo ad ottobre, in modo da garantire tempi più lunghi per trovare soluzioni, anche perché non dimentichiamoci che la scuola italiana conclude il suo ciclo annuale il 31 agosto.
Infatti il mese di settembre puntualmente presenta una mole ordinaria di lavoro dovuta al rinnovato organico, alle operazioni annuali di mobilità, ma anche ai nuovi alunni che andranno a costituire le nuove classi.
Se poi volgiamo lo sguardo alle istituzioni scolastiche che saranno interessate da un cambio di dirigenza o di Direttore dei servizi amministrativi, allora il quadro si fa più fosco e di difficile inquadramento.
Immaginare un cambio del DSGA, con le naturali operazioni propedeutiche al passaggio di consegne, con la revisione degli inventari, sovrapposto all’esigenza di avviare e concludere le procedure negoziali necessarie per gli acquisti di quanto necessario per l’attuazione dei nuovi protocolli di sicurezza e per avviare il nuovo anno, mostra delle criticità di difficile soluzione.
A questo si aggiunge la stagione estiva, caratterizzata da un clima di riposo e vacanziero, che inevitabilmente bloccherà tutti i processi in atto.
Basti pensare alle ferie dovute al personale, determinate in un accordo pattizio che non tiene conto dell’emergenza in atto, e pertanto inadeguato ai tempi attuali, e alla mancata chiara definizione del rientro a scuola dei collaboratori scolastici, che non può essere lasciato alla scelta di ogni singola scuola.
Se da un lato emergono le criticità, dall’altro cominciano ad emergere le azioni e le misure da porre in essere, il regolamento dell’autonomia mostra la strada che, se opportunamente rivista adattandola all’emergenza in atto, potrebbe naturalmente approdare a delle soluzioni possibili.
Ci fa ben sperare quanto fatto per gli esami di stato, in quanto mostra una organizzazione di sistema capace di trovare soluzioni in tempi brevi.
Si attende il banco di prova, e sicuramente una calda estate di lavoro, per i dirigenti scolastici ed il personale di segreteria e un rientro con soluzioni in presenza, male che vada c’è sempre la DAD.