Rientro a settembre, tutte le norme da approvare per farlo in sicurezza. Anief: regolamentare pure didattica a distanza e lavoratori fragili
Mancano meno di 30 giorni al nuovo anno scolastico e al ritorno negli istituti in sicurezza. Ma come si concretizzerà questo obiettivo? Ci sono già alcuni punti fermi.
I PUNTI FERMI SUL RIENTRO IN CLASSE
Uno di questi è la somministrazione dei test sierologici al personale scolastico e a campione agli alunni, sempre comunque su base volontaria. A prevederlo, ricorda Orizzonte Scuola, è la bozza del protocollo d’intesa tra Ministero dell’istruzione e sindacati per garantire l’avvio dell’anno scolastico, le cui lezioni riprenderanno per tutti il 14 settembre. Secondo la ministra Lucia Azzolina, i test “possono permettere di tornare ancora più in sicurezza a scuola. Su modalità e tempistica ha competenza il ministero alla Salute. E comunque non ritarderanno l’inizio dell’anno scolastico”. La somministrazione dovrebbe partire dalla seconda metà di agosto in tutte le scuole che cominceranno il 1° settembre le attività di recupero degli apprendimenti, in tutte le altre scuole si comincerà la somministrazione il 1° settembre. Mentre l’assenza del personale scuola in caso di test sierologico positivo sarà assimilata alla quarantena, con le tutele del caso.
Altre importante indicazioni su come ripartire riducendo al minimo i rischi di contagio sono inserite nelle linee guida nazionali, comprensive di regole sul distanziamento e sui banchi, nonché nei piani scuola delle singole regioni. Per quanto l’acquisto di un massimo tre milioni di banchi di tipo moderno, il Commissario straordinario per l’Emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, ha indetto una Gara pubblica, un bando europeo, che dovrebbe garantire la consegna dei banchi entro l’inizio delle lezioni.
LE PAROLE DI MATTARELLA E CONTE
Sullo sfondo, vi sono anche le recentissime dichiarazioni delle più alte cariche dello Stato. Secondo il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “la riapertura regolare delle scuole costituisce obiettivo primario” e deve avvenire “in un clima di condivisione”. Gli ha fatto eco il Premier Giuseppe Conte, rassicurando sul rientro in presenza a settembre: “La scuola è una grande sfida per il Paese, stiamo parlando di oltre dieci milioni di persone – tra studenti, docenti e personale – che dovranno rientrare nelle aule. Siamo al lavoro per garantire loro condizioni di massima sicurezza”, ha detto Conte.
L’AZIONE DELL’ANIEF
Sul fronte del rientro a scuola in sicurezza, il giovane sindacato Anief è pronto a fornire un’informativa a tutte le proprie Rsu, Rls, Rspp perché chiedano ai dirigenti scolastici chiarimenti sulla richiesta eventuale sugli organici aggiuntivi, e per capire quali sono le richieste che il dirigente scolastico deve produrre, alla luce delle problematiche specifiche di ogni istituto. “Questo è il vero ruolo del sindacato – puntualizza Marcello Pacifico, leader dell’Anief – per tale motivo abbiamo avviato da un anno l’Operazione Verità chiedendo alle nostre Rsu di vedere il rapporto alunni per classe e se si rispetta la normativa vigente. Per quanto riguarda gli organici aggiuntivi, Anief sta chiedendo al governo che vengano messi nell’organico di diritto tutti i posti che i dirigenti scolastici chiedono per l’emergenza, e vengano quindi dati a tempo indeterminato. Il problema è a monte: non esiste un organico definito dal ministero”.
L’Anief reclama da tempo anche un numero maggiorato di docenti (160 mila) e Ata (40 mila) proprio per rispondere all’esigenza della ripresa a settembre in sicurezza. E non certo con la modalità “usa e getta” sinora prospettata. “Nell’ordinanza del Ministero – ricorda Pacifico – si parla di investire soprattutto per la scuola dell’infanzia e primaria. Noi su questo punto abbiamo ribadito di aprire il tavolo per i diplomati magistrale. Stiamo assistendo alle sentenze che li stanno licenziando, sarà lesa la continuità didattica, con le nuove GPS il punteggio di chi ha un diploma magistrale è nettamente inferiore rispetto ad altri abilitati. La prima soluzione è bandire un concorso straordinario per infanzia e primaria e per gli insegnanti di religione cattolica, che sono stati dimenticati”.
“La seconda cosa da fare – conclude il sindacalista a capo de giovane sindacato rappresentativo – riguarda il personale Ata: bisogna andare a ripristinare i profili professionali negati, oltre alle richieste di incremento di organici che arriveranno da dirigenti scolastici. Parliamo dei profili As e C che da 25 anni dovrebbero svolgere il lavoro ma mai negli organici sono stati inseriti”.