Rientro a settembre, presidi preoccupati: classi numerose, non bastano gli insegnanti

Come rientrare a scuola tutti in presenza e in sicurezza? Cristina Costarelli, dirigente scolastico del liceo scientifico Newton a Roma, ne parla con il Corriere
Sono sempre più numerosi i presidi preoccupati per il rientro in aula a settembre, e aumentano coloro che decidono di tornare a fare gli insegnanti, come ha denunciato qualche giorno fa Paola Serafin (Cisl).
Linee guida considerate troppo generiche, spazio all’autonomia, ma allo stesso tempo è necessario limitare i contagi da covid. Altro punto: i tempi stretti. Come già segnalato da altri dirigenti, le scuole aprono il 1° settembre per il recupero degli apprendimenti, il 14 iniziano le lezioni: due settimane possono fare la differenza.
Le preoccupazioni dei presidi
“Entro qualche giorno avrò i dati esatti del rapporto tra alunni, aule e locali a disposizione. Ma intanto stiamo facendo simulazioni: se abbiamo classi di 28 studenti, dobbiamo ad ogni lezione toglierne dieci e spostarli altrove. I primi 20, poniamo, fanno lezione, gli altri un’esercitazione. A turno, per non “condannare” sempre gli stessi, i gruppi si alternano. Ma ci vuole un docente che tenga il gruppo che esce, e non è detto che gli 8 del potenziamento bastino. In questo caso, dovrò prevedere un 10% di lezioni a distanza, diciamo 3 ore su 27: l’idea che si possa tornare a orario completo in presenza è una pia illusione“, lamenta Costarelli.
Preoccupato anche Matteo Loria, dirigente dell’istituto di istruzione superiore Caramuel Roncalli di Vigevano con 1.400 studenti su due plessi, che ipotizza: “Per le classi più grandi, stiamo valutando un paio di tende in pvc da mettere in giardino, con 3 mila euro ce la caviamo“. Le incertezze per il preside sono tante a partire dall’anno scolastico: “inizia il 1° settembre, con i recuperi, o il 14? E poi il 30% del nostro personale è precario, l’anno scorso ho avuto l’organico completo a novembre, quest’anno non posso permettermi di cominciare con 55/60 prof in meno: sono molto preoccupato“.
Assunzioni docenti e Ata in dl Rilancio
Intanto un emendamento al decreto Rilancio prevede l’assunzione di personale docente e Ata. La ministra Azzolina aveva parlato di 50.000 posti in più a tempo determinato. Si tratta di contratti a tempo che cesserebbero in caso di stop alle lezioni in presenza a seguito dell’acuirsi della diffusione del covid. E ancora, nel dl Rilancio è stato approvato l’emendamento che prevede che in deroga al limite minimo di alunni, le classi delle primarie potranno avere anche meno di 15 bambini. La deroga al limite potrà avvenire anche negli altri ordini e gradi di istruzione.