Rientro a settembre, non c’è ancora accordo con Regioni. Tutto rimandato a domani

Secondo quanto riporta l’ANSA, è stata rinviata a domani la Conferenza Stato-Regioni per approvare il piano di rientro a scuola settembre presentato ieri dal Ministro Azzolina agli attori coinvolti.
A settembre più docenti ed ATA, il Ministro ha chiesto un miliardo. Su mascherine si valuterà
Inizialmente in programma questo pomeriggio per discutere delle linee guida per il ritorno a scuola a settembre. Probabilmente serve ancora più tempo per trovare una accordo riguardo il Piano per il rientro in aula.
Rilievi Regioni
Durante l’incontro notturno, le Regioni hanno rilevato in particolare tre punti critici. No alle mascherine in classe, no alla didattica a distanza anche se integrativa, no alla sostituzione degli insegnanti con i volontari per le attività educative non didattiche.
Sull’uso delle mascherine si deciderà a fine agosto, ma le Regioni chiedono che gli studenti non debbano tenerle durante le lezioni: su questo punto si sarebbe trovata l’intesa.
Inseriti nell’intesa anche ulteriori limiti alla didattica a distanza: i governatori hanno voluto che nelle linee guida fosse specificato che la didattica a distanza sia solo residuale. Secondo le anticipazioni fornite da Open, potrebbe bastare che un solo studente non possa collegarsi da remoto per obbligare la classe a tornare in aula, a meno che non ci siano numerosi casi di covid.
Assunzioni docenti. Le Regioni, come ampiamente detto dai sindacati, pongono al centro della riapertura a settembre l’assunzione dei docenti. Azzolina non intende cedere sull’assunzione dei precari senza concorso (è atteso quello straordinario durante l’anno scolastico 2020/21, presumibilmente in autunno). Ci sono poi i contratti annuali per circa 50 o 60mila insegnanti già inseriti nelle graduatorie.
Linee guida rimandate di 48 ore?
A cercare l’accordo con le Regioni nella notte c’erano anche i ministri della Salute Roberto Speranza e degli Affari regionali Francesco Boccia, insieme ad Azzolina. Le linee guida per la ripartenza, secondo quanto riporta Repubblica, potrebbero essere rimandate di 48 ore.
Sarebbe stato lo stesso presidente del Consiglio Conte a chiedere di dare una mano alla ministra.
In collegamento con le Regioni, il ministro della Salute ha difeso le linee guida che prevedono la mascherina per gli studenti in classe. “C’è una legge vigente che la prevede in tutti gli spazi chiusi dove non è possibile rispettare il distanziamento”, ha ricordato.
Quanto alla decisione di affidare molte scelte all’autonomia degli istituti scolastici, Azzolina ha ribadito: “Ipotizzare una soluzione uguale per tutti, centralizzata, sarebbe fantascienza. Chi lo pensa non conosce la scuola italiana. L’autonomia non è una scorciatoia, è l’unica strada possibile”.
Anci e Upi: risposte o niente intesa
“La discussione in Conferenza Unificata sul Piano scuola è slittata a domani ma Comuni, Province e Città metropolitane hanno delle richieste chiare che sono prioritarie e su cui ci attendiamo risposte dal governo: servono risorse per fare gli interventi necessari ad assicurare la sicurezza nelle scuole e abbiamo bisogno di personale altrimenti non saremo in grado di assicurare i
servizi educativi. Senza queste risposte, che sono essenziali per
permettere la riapertura delle scuole, Anci e Upi non potranno dare
intesa sul Piano scuola“. Lo dichiarano il presidente di Anci Antonio
Decaro e il presidente di Upi Michele de Pascale al termine della
seduta della Conferenza Unificata nella quale non si è discusso del
Piano Scuola 2020-21, rinviato a domani in una riunione straordinaria.
“Il Piano scuola che oggi ci aspettavamo all’esame della Conferenza Unificata – aggiungono – è stato oggetto di un confronto serrato tra Ministero, Anci, Upi e Conferenza delle Regioni. Non vorremmo domani trovarci di fronte ad un altro documento, senza che ci sia data la possibilità di discuterne. La riapertura delle scuole di ogni ordine e grado con didattica in presenza
all’avvio del nuovo anno scolastico deve essere considerato
l’obiettivo prioritario di tutte le istituzioni del Paese, ma è una
responsabilità che deve essere condivisa. Non può certo essere gettata
tutta sulle spalle di Comuni, Province e Città metropolitane”.