Rientro a scuola, si riparte il 26 aprile per tutti nonostante preoccupazioni e criticità
Riapertura scuole, quasi al competo, programmata per il prossimo lunedì 26 aprile. La decisione del governo trova tuttavia tanti pareri contrari: la paura della diffusione del virus a scuola resta ancora alta. Per il governo il “rischio è ragionato” e si può ripartire in presenza.
“Speriamo davvero che la didattica a distanza resti solo un ricordo”, commenta Rossano Sasso, sottosegretario del ministero dell’Istruzione, “oggi un’altra tappa importante in vista della completa riapertura delle scuole programmata per il 26 aprile”. “Come Lega, ha aggiunto, riteniamo fondamentale migliorare i sistemi di monitoraggio e tracciamento e torniamo a chiedere in tempi brevi l’adozione dei tamponi salivari”.
Il rischio con la riapertura totale delle scuole c’è secondo Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli-Venezia Giulia e neo presidente della Conferenza delle Regioni: “Con l’apertura al 50% ci si era già spinti ad un buon punto. Ero in disaccordo con la riapertura, non per la scuola in sè, ma per i trasporti. In settimana incontreremo il governo per vedere gli orari di apertura e chiusura delle scuole perché così non va bene”.
“Bisogna mettere mano alla questione dei trasporti e della scuola: abbiamo i mezzi pronti per il 50% di frequenza. Andando al 100% dobbiamo raddoppiare la dotazione, ma non ci sono i mezzi. Non ci sono proprio i mezzi sul mercato, perché per legge la capienza è ridotta. Spero che il governo ci ripensi”, avverte Luca Zaia, governatore del Veneto.
E si è da poco concluso l’incontro tra sindacati e ministero dell’Istruzione per la ripartenza il 26 aprile e il protocollo di sicurezza in vista degli Esami di Stato a giugno. Per i sindacati non ci sono le condizioni per ripartire.
Il problema principale per il rientro a scuola in sicurezza, secondo Antonello Giannelli, presidente Anp, è la situazione dei trasporti che, sostanzialmente, è rimasta invariata rispetto ai mesi scorsi. “Penso che sarebbe giusto lasciare alle scuole la possibilità di decidere quanti studenti possono andare. Bisogna dire alle scuole cosa devono fare con quelle aule in cui 30 studenti non possono stare distanziati di un metro: le facciamo usare lo stesso o no? ”