Rientro a scuola, scatta l’allarme pidocchi: vendite di prodotti anti-pediculosi alle stelle. Il pediatra: “Genitori controllino teste dei figli una volta a settimana”
L’inizio della scuola porta con sé l’incubo pidocchi per molte famiglie. Nonostante non esistano dati ufficiali, esperti e pediatri concordano: il problema è in aumento.
Lo confermano anche i dati di Federfarma, che registrano un’impennata nelle vendite di prodotti anti-pediculosi, con un incremento del fatturato del 42,3% tra il 2022 e il 2023.
Diverse le ipotesi avanzate per spiegare questo ritorno in forze dei pidocchi: c’è chi parla di “super pidocchi” resistenti ai trattamenti tradizionali, chi di un effetto “rimbalzo” post pandemia.
Il pediatra Italo Farnetani, intervistato dall’Adnkronos Salute, avanza un’altra spiegazione: “L’alto costo dei prodotti anti-pediculosi, che incide sui bilanci familiari e spinge alcuni genitori a posticipare o evitare i trattamenti”.
La spesa media per una confezione si aggira intorno ai 10 euro, una cifra non indifferente se moltiplicata per più figli o per trattamenti ripetuti. Tale fattore, secondo Farnetani, contribuirebbe a rendere inefficace la lotta contro i pidocchi, vanificando gli sforzi dei genitori più attenti.
“Basta un solo bambino non trattato per infettare un’intera classe”, spiega il pediatra. “Il trattamento elimina i pidocchi presenti, ma non previene le reinfestazioni. Serve un’azione coordinata e capillare”.
Per questo motivo, Farnetani propone una soluzione drastica: “Il Sistema Sanitario Nazionale dovrebbe garantire la gratuità dei prodotti anti-pediculosi”. Una misura che, a suo avviso, alleggerirebbe l’impatto economico sulle famiglie e favorirebbe un intervento tempestivo e diffuso, l’unica arma davvero efficace per contrastare la diffusione dei pidocchi.
C’è un punto fermo nella strategia anti-pidocchi che ogni famiglia dovrebbe adottare, suggerisce Farnetani: “I genitori devono controllare una volta a settimana le teste dei propri figli, scegliendo il giorno per loro più comodo, così da poter intervenire se fra i capelli riconoscono le lendini prima che si schiudano. Per non confonderle con la forfora, va considerato che le uova sono attaccate saldamente al capello a una distanza di circa un centimetro dalla base. Si può fare anche la ‘prova del soffio’: se i piccoli frammenti identificati volano via si tratta di forfora, se invece restano adesi al capello si tratta di lendini. A quel punto occorre procedere con il trattamento anti pediculosi”.