Rientro a scuola, Pacifico (Anief): le 50mila assunzioni devono essere a tempo indeterminato. Con queste premesse si rischia di richiudere tutto

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Ripartenza scuola a settembre: ci sono stati due incontri recentemente con il ministro Azzolina e con la viceministra Ascani sul sistema 0-6. Con Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, affrontiamo le tematiche emerse dai tavoli e le problematiche relative all’avvio del nuovo anno scolastico.

Anief sta lavorando molto per ottenere dei risultati concreti, come si è visto anche a Villa Pamphili, durante gli Stati generali.

Abbiamo avanzato delle richieste chiare – spiega Pacifico – che sembrano essere state recepite dal Governo, in particolare quella di destinare una parte di soldi che arriveranno dal Recovery Fund al settore della scuola. Stiamo parlando di una cifra tra i 10 e i 20 miliardi.

Questi miliardi sono da spendere nei prossimi sette anni, ma bisogna anche fare riferimento alle legge 133 del 2008 che tagliò 10 miliardi alla scuola, in termini di organici e di stabilizzazione dei precari, tempo scuola e assunzioni del personale precario. Grazie al nostro intervento, sembra – sottolineo sembra perché vogliamo vedere i fatti concreti – il Governo voglia procedere finalmente in questa direzione. Noi continuiamo a partecipare ai tavoli per ottenere un’inversione di tendenza a 360° rispetto a quanto fatto dai governi sulla scuola negli ultimi 12 anni.

Permangono dei problemi tecnici. Noi abbiamo detto al ministro Azzolina che risulta fondamentale non solo aprire un tavolo sugli organici, perché noi non vogliamo passerelle.

Cosa significa?

Durante gli incontri col ministro, ognuno fa i suoi interventi ed è quello il momento di avanzare proposte. Non durante le conferenze stampa attaccando il ministro. Non è una cosa che funziona. Noi abbiamo fatto dei ricorsi contro tutti gli atti, abbiamo proclamato 40 ricorsi contro le procedure concorsuali, non siamo certo accusabili di consociativismo.

La riapertura delle scuola a settembre resta un problema serio

Riaprire le scuola in sicurezza significa pensare una scuola italiana diversa in termini di organici e spazi. La scuola per via della politica dei tagli non permette il distanziamento sociale, strumento utile per poter limitare il contagio da Covid.
Nella scuola si è obbligati a fare assembramento. Pensiamo che in Israele con la riapertura delle scuole sono aumentati i contagi, la metà appunto nelle scuole. Questo ci deve far riflettere. Abbiamo chiesto alla ministra certezze.

Come procedono i lavori per il protocollo di sicurezza?

Noi attendiamo il testo per fare le nostre osservazioni. Dobbiamo riaprire le scuole in sicurezza, la didattica a distanza rovinerebbe un altro anno di apprendimenti dei nostri studenti. Pensiamo di dover parlare in un altro tavolo specifico sugli organici, attivando un confronto con tutto il governo e non solo con la ministra Azzolina. Con il distanziamento sociale, un metro tra alunni, si deve pensare di dimezzare le classi, abbattere sicuramente le classi pollaio e raddoppiare le immissioni in ruolo richieste dal ministro Azzolina (80mila) al ministro Gualtieri. Ovviamente siamo realisti e pensiamo alle risorse, per questo abbiamo detto che è necessario scrivere insieme le norme della prossima legge di Bilancio. Oggi non si sanno quali sono le risorse del Recovery Fund. Prendiamo atto del miliardo stanziato dal governo, ma non è sufficiente. Siamo costretti a riaprire le scuole a settembre con degli strumenti, che in base alle poche risorse di cui si dispone, sono dei palliativi e il rischio è tornare al lockdown della primavera scorsa.

Verranno assunti 50mila docenti e ATA in più per l’emergenza

Noi non abbiamo chiesto di assumere il personale per l’emergenza Covid, così com’è scritta la norma è sbagliata. Noi abbiamo chiesto di ripensare alla scuola italiana, quindi le 50mila assunzioni devono essere a tempo indeterminato e non bastano. E ovviamente Anief non è d’accordo al precario usa e getta, per cui nel caso in cui si torni al lockdown i precari vengono licenziati senza che venga pagata la disoccupazione. I diritti dei lavoratori non possono essere piegati, i lavoratori non sono schiavi e siamo pronti a ricorrere. Stiamo lavorando affinché quei posti siano a tempo indeterminato e perché si restituiscano alla scuola i 250mila posti tagliati negli ultimi anni. Lavoriamo affinché il governo decida di investire nella scuola come ha fatto con la sanità, altrimenti chiedere assunzioni senza risorse sarebbe utopia.

Sul precariato le posizioni col ministro Azzolina restano distanti. Chi lavora nella scuola per anni, sia docente che personale ATA, deve avere riconosciuto il servizio a tempo indeterminato presso lo Stato. Questo non vuol dire che non si debbano fare i concorsi. I concorsi si devono fare, è giusto che ci sia una selezione. Però non ci si può dimenticare del personale che ha lavorato a tempo determinato, svolgendo un servizio per i cittadini. O a priori non si utilizza il personale oppure se lo utilizzi per parecchi anni poi non si può dimenticare che esista. La scuola italiana continua ad abusare dei contratti a termine. Le procedure concorsuali lasciano fuori tante categorie di docenti, per questo abbiamo aperto un contenzioso.

Con le nuove graduatorie provinciali per le supplenze, cosiddette GPS, vengono cambiate le tabelle di valutazione dei titoli. Anief come la pensa?

Le GPS erano nate per una richiesta specifica dell’Anief anche per limitare il ricorso alle MAD. Noi abbiamo anche chiesto di reclutare il personale da queste graduatorie. Ma così com’è la tabella di valutazione dei titoli non funziona. Si parla di un sistema misto che in realtà nasconde un cambiamento nella valutazione dei titoli che è irragionevole. Sarebbe stato più semplice adottare le vecchie tabelle di valutazione. Anief difende i diritti di chi tutto a un tratto si vede annullati i percorsi che aveva avviato. I ricorsi, sottolineo rispetto ad alcune polemiche, vengono sottoposti a un vaglio di legittimità.

Quali proposte sul sistema 0-6?

Abbiamo ribadito alcune necessità. Il decreto legislativo del 2017 diceva che le sezioni primavera diventavano ordinarie, sono passati tre anni e negli organici gli insegnanti non sono stati ancora ammessi nel numero degli organici di diritto da attivare. Anief aveva anche chiesto che si attivasse una classe ponte tra la scuola dell’infanzia e la scuola primaria che anticipasse di un anno l’obbligo scolastico. Nel percorso 0-6 va riconosciuta inoltre la presenza dell’insegnante di sostegno come fondamentale nei primi anni di vita del bambino.

Anief è pronto a esser partecipe di incontri, tavoli in cui si discute su quali sono i problemi della scuola, quali sono le risorse per poterli risolvere. L’obiettivo finale per Anief è considerare la scuola non una spesa ma il principale volano per la ripresa del Paese, e creare tutte le condizioni per migliorare il livello di apprendimenti degli studenti eliminando la povertà educativa.

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