Rientro a scuola, meno bus e treni ed è boom di assembramenti sui mezzi che funzionano. I docenti: “È sicuro andare a lavorare così?”

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In queste prime settimane di scuola in presenza dopo le vacanze di Natale e nella morsa della variante Omicron, i problemi segnalati dai lavoratori della scuola sono tanti. Fra i disagi si segnala anche quello che riguarda in particolar modo i precari, che si devono spesso spostare per molti chilometri per andare a lavorare. Ma con i mezzi pubblici in sofferenza gli assembramenti sono all’ordine del giorno. E spesso si arriva a scuola per fare lezione ad una classe intera in DAD.

In effetti sono diverse le segnalazioni che abbiamo ricevuto in tal senso. L’ultima, una nostra lettrice della provincia di Milano, racconta dei disagi che sta affrontando in questi giorni: “Bianchi ha deciso di tenere aperte tutte le scuole nonostante le classi e i docenti siano decimati a causa dei contagi. Il vero problema è che i mezzi di trasporto da giorno 7/01 sono stati dimezzati a causa del personale ammalato“.

La lettrice racconta che i precari, spesso costretti a spostarsi con i mezzi pubblici per andare lontano da casa, incontrano “un disagio enorme perché hanno soppresso intere linee di treni e passanti ferroviari creando nei pochi mezzi rimasti non poco assembramento. Secondo voi è sicuro andare a lavorare così?

E ancora: “Nonostante questi disagi, molti dirigenti pretendono, inoltre, che nonostante la dad i docenti si rechino a scuola per collegarsi, non andando incontro alle esigenze di questo periodo delicato“.

Inoltre le asl sono bloccate e i tamponi molecolari sono impossibili da effettuare, in caso di sintomi specifici, nonostante l’impegnativa del medico di base è impossibile prenotare negli ospedali e in farmacia il tampone molecolare costa 80 euro. I tamponi rapidi non sono attendibili. Vogliamo più tutele e sicurezza!“, chiude la lettrice.

Anche altri lettori nei giorni scorsi hanno segnalato criticità in tal senso sui bus e mezzi di trasporti in altri territori. La difficoltà e il disagio a raggiungere l’istituto dove si è chiamati in servizio non fa che aumentare i disagi alle scuole, che in questi giorni, si inventano “l’impossibile” per non avere le cattedre scoperte.

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