Rientro a scuola, il covid torna a “fare notizia”: per gli esperti non c’è alcuna emergenza. I presidi pensano ad evitare assembramenti e alle mascherine. Valditara monitora la situazione

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Il covid torna a far parlare di sè. E in coincidenza con la riapertura delle scuole. Non vi è nessuna emergenza anche se i casi in aumento hanno sollevato qualche timore fra gli esperti e chi a scuola ci lavora. Valditara per il momento non si scompone ma ha iniziato a dialogare con il Ministero della Salute.

Proprio in queste ore, come abbiamo riportato, Giuseppe Valditara, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, ha annunciato di aver già avviato un dialogo con il Ministro della Salute riguardo le misure di prevenzione da implementare nelle istituzioni scolastiche.

Nella sua lettera pubblicata sul quotidiano ‘La Stampa’, Valditara sottolinea l’importanza di adottare provvedimenti basati su “criteri di ragionevolezza e proporzionalità”.

Il Ministro dell’Istruzione ha annunciato anche la creazione di un tavolo interministeriale. Questa nuova entità si riunirà periodicamente, con l’obiettivo di monitorare l’evoluzione della situazione. L’attenzione verrà focalizzata sui riscontri scientifici circa l’andamento del virus, garantendo così che le misure adottate siano sempre allineate alle ultime scoperte in campo medico.

“Adotteremo insomma tutte le misure che gli esperti giudicheranno utili a contenere il contagio”, ribadendo l’importanza della tutela degli studenti e del personale che presentano condizioni di vulnerabilità.

Dunque da Viale Trastevere nessuna preoccupazione ma solo intenzione di tenere sotto osservazione la situazione.

I presidi: nessun allarme. Ma siamo pronti

Una linea di “serenità” condivisa al momento anche da Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi:  “In questo momento non c’è un allarme covid. E’ vero che c’è qualche caso in più, ma gli immunologi dicono che era atteso“, ha detto il numero uno dei presidi ai microfoni della trasmissione “Fino a qui tutto bene” su Radio Cusano Campus.

Va detto – continua – che rispetto agli anni scorsi è una salita minore e che i sintomi sono molto blandi. Naturalmente questo non vale per i pazienti fragili“.

Ci sono consigli di buonsenso che sicuramente sono stati dati in qualche realtà, se si possono evitare assembramenti si evitano, siamo tutti pronti: le mascherine e il gel ci sarebbero, ma al momento non ce n’è bisogno perché non vi è nessun allarme covid“, conclude Giannelli.

A proposito di presidi e precauzioni nelle scuole, Mario Rusconi dell’Associazione presidi del Lazio, ha detto: “L’indicazione che arriva dai presidi ai professori e bidelli è quella di evitare gli assembramenti degli alunni, soprattutto in questi primi giorni di scuola. In molte scuole poi a chi lo chiederà distribuiremo le mascherine utilizzando le tantissime scorte che ci furono date durante la fase critica della pandemia. Stessa cosa avverrà con il gel“, a supporto delle parole di Giannelli sul fatto che le scuole, eventualmente, possono adottare misure di buon senso.

Gli scienziati non sono preoccupati…

Il mondo scientifico per lo più tende a smontare l’ipotesi di un’emergenza. Per il direttore generale della programmazione del ministero della Salute Francesco Vaia, infatti, non servono allarmismi: “non si può tornare indietro con misure che avevano un senso nel periodo di emergenza. Esiste il senso civico di responsabilità: la mascherina si può mettere se si è sintomatici per difendere gli altri“, ha aggiunto.

Per responsabilità civica – ha concluso – se sono sintomatico, ovviamente, non vado in metro come evito di andare in luoghi affollati. Ma non si può tornare indietro. C’è adesso un’immunità ibrida, la storia clinica dimostra che il Covid colpisce le persone più fragili“.

Per la scuola abbiamo tante volte parlato di interventi strutturali, vediamo in settimana con la ripresa dell’anno scolastico di fare un punto su quello che è stato fatto finora. Ma evitiamo allarmismi. Noi adesso abbiamo gli strumenti per la tutela e in questo momento sono sufficienti. La circolare del ministero per gli ospedali va applicata: evitiamo di intasare i pronto soccorso“, ha aggiunto.

Per l’infettivologo Massimo Galli, già direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, “l’uso coattivo della mascherina per gli studenti, come chiesto da qualcuno in queste ore, non credo sia praticabile e ha effetti limitati visto che finito l’orario non la porterebbero”.

… tranne alcuni

Ci sono anche, fra gli scienziati, commenti più preoccupati. Come quello di Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene all’Università Cattolica e presidente del Board per la lotta al cancro della Commissione Europea.

La preoccupazione principale di Ricciardi riguarda la riapertura delle scuole. Prevede che, con tale movimento, la situazione possa ulteriormente peggiorare. Fa notare che il virus è noto per le sue “onde periodiche” e per la sua capacità di variare per contagiare il maggior numero possibile di individui“Se il Paese fa finta di nulla”, afferma, “si espone ai problemi ormai noti di moltiplicazione delle infezioni e intasamento degli ospedali.”

L’ex consulente di Roberto Speranza, ministro della Salute in carica durante la pandemia, pensa al Nord Europa, dove i contagi sono stati limitati monitorando la qualità dell’aria nelle aule e garantendo una corretta ventilazione, suggerisce di adottare un approccio simile in Italia. Riguardo alle mascherine, Ricciardi le ritiene non essenziali in classe, se le aule sono ben areate e i banchi mantenuti separati.

Anche i pediatri mostrano un minimo di preoccupazione: Antonio D’Avino, presidente nazionale della Fimp, Federazione italiana medici pediatri, ha detto: “Serve un approccio condiviso. Desideriamo un tavolo di discussione con entrambi i ministeri e gli esperti medici del territorio, per stilare linee guida chiare sulla gestione del virus”.

Attualmente, sia gli studenti che i docenti positivi al virus hanno il permesso di entrare in classe. Una decisione che potrebbe sembrare azzardata, ma D’Avino rassicura: “Nessun preside o genitore permetterebbe l’ingresso in classe di un individuo contagioso”.

Nessuna indicazione per le scuole

Infatti, quello che sottolineano i pediatri è l’assenza, al momento, di linee guida o comunque di indicazioni pratiche per le scuole.

Le misure restrittive anti-covid, come sappiamo, non esistono più a scuola e in nessun altro luogo.

Dunque non vi sono indicazioni specifiche sui comportamenti da adottare nelle istituzioni scolastiche in caso di presenza a scuola di persone con sintomatologia da Sars-CoV-2 o di accertata positività al virus, di individuazione ed informazione degli eventuali “contatti stretti”, di tutela per allievi e personale scolastico a rischio di sviluppare forme severe di COVID-19.

Il 10 agosto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che contiene proprio l’abolizione  “degli obblighi in materia di isolamento e autosorveglianza e modifica della disciplina del monitoraggio della situazione epidemiologica derivante dalla diffusione del virus SARSCoV2”.

Il Ministero della Salute ha subito dopo pubblicato una circolare l’11 agosto che, dato il nuovo quadro normativo che elimina restrizioni, fornisce comunque indicazioni su come deve comportarsi una persona che contrae il covid.

Pertanto, molte scuole ricordano le indicazioni contenute nella circolare del Ministero della Salute dell’11 agosto.

Si raccomanda, comunque, di osservare le medesime precauzioni valide per prevenire la trasmissione della gran parte delle infezioni respiratorie.

Flc Cgil chiede un incontro al Ministero

Assenza di indicazioni ad hoc per le scuole che vengono sottolineate anche dal sindacato. “Sul Covid il ‘fai da te’ non è possibile. Le scuole e anche le università non si possono arrangiare”, tuona Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc Cgil.

È imperativo che il Governo prenda immediatamente provvedimenti per garantire la sicurezza di studenti e lavoratori, data la crisi che si sta profilando per il prossimo anno scolastico, secondo la sindacalista.

Rientro a scuola 2023/24, chi è positivo al covid cosa deve fare? Norme generali nella circolare del Ministero della Salute

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