Rientro a scuola, ci sarà il picco di influenza con l’inizio delle lezioni? Le indicazioni degli esperti

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Lunedì 8 gennaio si torna in classe dopo le vacanze natalizie. Nel frattempo si monitora la situazione per quanto riguarda l’influenza stagionale e i vari virus respiratori in circolo da diverse settimane.

Su Il Corriere della Sera, alcuni esperti forniscono indicazioni per la gestione del ritorno in classe degli alunni, specie quelli più piccoli.

Il picco non è lontano, anche se è difficile prevederlo“, secondo Anna Teresa Palamara, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità: “la circolazione dei virus è sostenuta in questo periodo e sarà favorita dalla riapertura della scuola“.

Se ha sintomi lievi (naso che cola e mal di gola, ma senza febbre) può tornare in classe anche dopo essere stato due o tre giorni a casa a riposo, ma dovrebbe indossare la mascherina almeno fino a quando non guarisce del tutto“, dice Susanna Esposito, professoressa ordinaria di Pediatria a Parma e responsabile tecnico del tavolo sulle Malattie infettive della Società italiana di pediatria (Sip).

Se invece l’alunno ha anche la febbre oltre a raffreddore, tosse e mal di gola, “deve restare a casa fino a quando la febbre sparisce. Dopo due o tre giorni potrà tornare in classe, sempre con mascherina se continua a tossire o starnutire. Ogni febbre, a qualsiasi età, è incompatibile con il ritorno a scuola in quanto è espressione di un’infezione acuta“.

Per quanto riguarda la fascia di alunni con meno di 5 anni,  “specie sotto i due anni, un virus tende a persistere più a lungo perché il sistema immunitario è meno efficiente. Dunque le forme influenzali richiedono tempi di «smaltimento» di 7-10 giorni. A questa età il rischio di contagio è maggiore in quanto c’è un intenso passaggio di virus e batteri, anche attraverso lo scambio di giocattoli“.

Alla domanda “che cosa possono fare dirigenti scolastici e insegnanti per la prevenzione delle malattie infettive a scuola?”, uno dei consigli più semplici da mettere in pratica è arieggiare spesso le aule”, secondo Rino Agostiniani, vicepresidente della Sip, che aggiunge: “non si deve temere che i bambini prendano freddo, è più importante ostacolare la strada ai virus rendendone la loro circolazione difficile in ambienti chiusi. Fondamentale è rispettare la regola di lavare frequentemente le mani”.

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